Di seguito la lettera che Mons. Antonio Giuseppe Caiazzo, Arcivescovo di Matera-Irsina e Vescovo di Tricarico, ha indirizzato ai cristiani delle due Diocesi per il tempo di Quaresima iniziato oggi, Mercoledì delle Ceneri.
Al centro del messaggio c’è l’invito ad “uscire dalle soglie delle chiese per attraversare quelle delle case” : la missione della chiesa è itinerante, in continuo movimento, per “incontrare gli uomini del suo tempo dove normalmente si trovano, s’incontrano tra di loro” ma anche per raggiungere i luoghi definiti periferie esistenziali o geografiche.
Ai sacerdoti ed ai laici il Vescovo chiede di ritornare al cuore dell’annuncio cristiano: la Parola di Dio che in Gesù Cristo, morto e risorto, è divenuta una presenza viva che può essere incontrata oggi come accadde duemila fa ai discepoli di Emmaus.
“Carissimi,
continuando il cammino sinodale che mette al centro la fase del “discernimento” o “sapienziale” siamo stati sollecitati, alla luce delle diverse assemblee diocesane, a individuare le scelte che siano frutto di ascolto della Parola, di nutrimento dell’Eucaristia, per tornare a far ardere mente e cuore.
Il Ministero della Parola o meglio la centralità della Parola di Dio nell’azione Pastorale, nella liturgia, nella catechesi e nella testimonianza della carità ci stanno accompagnando per dare priorità all’annuncio, uscendo dalle soglie delle nostre chiese per attraversare quelle delle case.
Sia dai ritiri mensili del clero che dagli incontri di vicaria o microzone ci stiamo rendendo conto di quanto bisogno abbiamo dell’annuncio della Parola che fa ritrovare entusiasmo e nuovo ardore.
Soprattutto quando noi stessi siamo portatori credibili dei valori cristiani tra quanti quotidianamente vivono la nostra stessa esperienza di vita. «Obiettivo di questo anno pastorale non è primariamente quello di formare al ministero del lettorato (in seguito giungeremo anche a questo) ma di far sì che la Parola di Dio sia davvero conosciuta, desiderata, amata e impregni della sua potenza creativa e fecondatrice ogni momento della vita, ogni celebrazione liturgica, ogni incontro formativo e di catechesi, ogni relazione umana ed ecclesiale, ogni aspetto e condizione di vita (famiglie, ragazzi, giovani, adulti, laici, consacrati, preparazione al battesimo, agli altri sacramenti, percorsi per fidanzati…).
La Parola di Dio indichi anche come il dialogo deve costituire lo stile con cui relazionarsi con tutti, anche con chi non crede o è indifferente» .
Interessanti sono stati il confronto e le esperienze concrete che Voi laici avete espresso nel Consiglio Pastorale Diocesano di Matera-Irsina e nelle assemblee di Garaguso Scalo.
Ciò che cogliamo è l’opera silenziosa e dirompente dello Spirito Santo che sta agendo e operando indicandoci la strada da seguire.
I tanti centri di ascolto della Parola nelle famiglie, le settimane bibliche, la lectio divina, la formazione e la catechesi, la celebrazione della Parola, il lavoro costante dei diversi Uffici pastorali che operano in sinergia, ci stanno aiutando attraverso l’impegno e la competenza dei Vicari e Delegati Episcopali, dei Direttori, ad innamorarci di questo cammino, nonostante la fatica e gli inevitabili contrasti e incomprensioni.
Una tappa importante ha rappresentato il Convegno Catechistico Diocesano di Matera-Irsina, con la presenza di Mons. Valentino Bulgarelli, Direttore Ufficio Nazionale Catechistico, che ci ha illuminati sul tema “Catechesi, eco della Parola di Dio annunciata, celebrata, vissuta”.
L’icona del Vangelo dei “discepoli di Emmaus” non solo ci sta accompagnando nel nostro camminare insieme ma è anche segno dell’agire di Gesù su ognuno di noi per ritrovare fiducia e speranza, alleviando delusioni e fragilità, annunciando la Parola e spezzando il pane .
«C’è un’intima relazione tra Celebrazione eucaristica e Cammino sinodale: l’abbiamo vissuta durante il Congresso Eucaristico di Matera (22-25 settembre 2022). Non è solo un’analogia a unire i due momenti – Eucaristia e Sinodo si “celebrano” – ma una co-implicazione tale che si potrebbe definire l’assemblea eucaristica un “Sinodo concentrato” e il Cammino sinodale una “Eucaristia dilatata”.
Questa intima relazione orienta nella comprensione delle categorie sinodali: non si tratta tanto di “democrazia” quanto di “partecipazione”, non solo di un raduno di “gruppo” quanto di un’“assemblea” convocata, non di esprimere semplici “ruoli e funzioni” ma “doni e carismi”.
Nel Cammino sinodale, come nella Celebrazione eucaristica, il popolo radunato vive l’esperienza della grazia che viene dall’Alto, in quella partecipazione definita “actuosa” da Concilio Vaticano II (cf. Sacrosanctum Concilium, n. 14), quindi capace di coinvolgere nella Celebrazione comunitaria» .
In questo dinamismo pastorale sento d’incoraggiare ognuno di voi individualmente e tutti comunitariamente.
Più che fidarci di noi stessi dobbiamo fidarci del Maestro e Signore Gesù.
E’ lui che intendiamo ascoltare, perché è lui la Parola.
E’ solo lui che vogliamo avere come modello del nostro agire pastorale sia nel linguaggio, capace di parlare all’uomo d’oggi, sia nei movimenti e nelle azioni, nel contatto con la gente, riscoprendo il sapore di quella Chiesa domestica che ci fa gustare l’essere famiglia di Dio, quindi figli e fratelli.
«Attraverso questa Parola del Signore (dei discepoli di Emmaus) vogliamo sentirci sempre comunità in cammino nonostante molte volte abbiamo il volto triste per quello che la realtà ci presenta e non rientra nei nostri schemi e anche se spesso ci perdiamo in conversazioni e discorsi sterili e abbiamo gli occhi impediti a riconoscere l’opera di Dio nella Chiesa…Il cammino è la strada percorsa dai discepoli di Emmaus in andata e ritorno forti dell’esperienza dell’incontro con Gesù che avvicinandosi camminava con loro. Ci viene chiesto di percorrere questa strada più volte perché sempre i nostri cuori devono “ardere” della gioia del Signore che si fa presente nella nostra vita e ci spinge a condividere con tutti tale felicità!» .
Anche noi siamo invitati a riprendere la Catechesi kerigmatica, ritornare al cuore dell’annuncio, il Kerigma che è Gesù Cristo morto e risorto; coscienti che Dio si è sempre rivelato in gesti e parole, con Gesù. Parola diventata carne, che incontra uomini e donne, ascolta le loro storie, se ne fa carico ed entra nelle loro case, accompagnandole lungo il tragitto della loro esistenza”.