“1288 Case della comunità, 381 Ospedali di comunità, il 10% dei malati cronici ultrasessantenni curati al proprio domicilio e soprattutto nuovi investimenti nel Fascicolo sanitario elettronico, nella Telemedicina, negli Istituti di ricerca e di cura a carattere scientifico e più borse per le specializzazioni mediche.
E’ il pacchetto di interventi previsto dal Recovery Plan che il Governo si appresta ad approvare e che rappresenta un’occasione che la nostra regione non può assolutamente perdere”.
E’ quanto dichiara, in una nota, il Capogruppo di Fratelli d’Italia della Regione Basilicata Giovanni Vizziello che spiega:
“La cassetta degli attrezzi che il Governo sta approntando per dare attuazione alla parte del Recovery Plan dedicata alla salute può rappresentare la soluzione ottimale alle criticità del nostro sistema sanitario regionale, che ha proprio nell’assistenza territoriale il suo tallone d’Achille.
Chi conosce la sanità lucana non può non convenire sul fatto che in Basilicata al di là degli ospedali c’è poco o niente, una circostanza questa messa drammaticamente in evidenza dagli effetti della pandemia da Covid-19 e confermata dai dati che registrano come nella nostra regione l’assistenza domiciliare integrata sia riservata solo a 2-3 anziani su cento e come il numero sia dei posti letto equivalenti sia di quelli disponibili previsti per ultrasessantenni residenti sia sensibilmente inferiore alla media nazionale.
Accanto al potenziamento dei servizi della sanità territoriale e all’ integrazione degli stessi con quelli di natura socio-sanitaria, attraverso nuove strutture come le Case della Comunità o gli Ospedali di Comunità, è di fondamentale importanza valorizzare esperienze come la telemedicina, che ha dimostrato la propria rilevanza proprio in occasione dell’emergenza Covid, con riguardo ad esempio alla condizione dei malati cronici e realizzare il percorso di digitalizzazione del sistema attraverso l’infrastruttura tecnologica del Fascicolo sanitario elettronico, di cui si parla in Basilicata da almeno 15 anni, ma che non viene utilizzata da nessuno, nonostante consenta di migliorare i tempi e l’appropriatezza delle diagnosi e delle cure.
Siamo quindi di fronte ad interventi epocali con cui porre rimedio ai mancati investimenti in sanità, cui abbiamo assistito per molti, troppi anni”.