Dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo di Italia Viva:
“Dopo tanti incontri e tanti annunci siamo al punto di partenza, un altro anno perso e senza alcuna volontà di discutere la riforma del comparto, a partire dalla mia PDL ferma da oltre 2 anni in terza commissione.
Il Presidente Quarto evidentemente blocca la discussione a difesa dello status quo.
Non è solo una questione di ritardi nei pagamenti, che raggiungono le 3 mensilità, ma di gestione complessiva del tema forestazione e dei suoi oltre 4.500 addetti, senza una prospettiva concreta e abbandonati praticamente al loro destino.
Dove è finito il coraggio di cambiare le cose, promesso dal centrodestra sui palchi e continuamente disatteso?
Se non si è in grado di riformare e rilanciare il comparto, in questo momento storico e con le risorse rivenienti anche dal Pnrr sui temi ambientali e legati alla sostenibilità, l’occasione sarà persa per sempre.
L’agenzia forestale regionale, l’attivazione delle filiere produttive, la formazione del personale e l’attivazione del turn over professionalizzato, rappresentano l’unica soluzione possibile per rendere efficace la spesa e avviare la platea a svolgere attività attraverso cui erogare servizi utili alle comunità e far partire, finalmente, l’economia del bosco.
Siamo al fianco dei sindacati Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil ma soprattutto dei lavoratori che, domani, hanno indetto nuovamente una manifestazione davanti al palazzo regionale con un presidio degli addetti forestali, anche ex RMI ed ex Mobilità in deroga.
Manifestazione per altro già proclamata nelle scorse settimane e rinviata dopo incontri e mancate risposte, che continuano a non arrivare nonostante le promesse.
Il conflitto sociale, mai sopito, purtroppo si riapre.
Ferma al palo la riforma della forestazione che risale oramai al 2018 così come la discussione sulla costituzione della Agenzia Forestale Regionale, arenata.
Richiedo ufficialmente al Presidente Quarto di calendarizzare la discussione della mia proposta di legge e a Bardi e Fanelli di cominciare a programmare il futuro, perché la Basilicata si faccia trovare pronta per la nuova annualità, con certezze maggiori, con l’agenzia finalmente costituita e una nuova organizzazione regionale in campo adeguata alle aspettative di tutti i lucani e di tutte le lucane che vogliono vedere la finanza pubblica gestita e valorizzata.
In oltre due anni di governo si sono solo disattesi gli accordi del 2018 senza costruire null’altro, perpetrando nell’emergenza e in una gestione del Consorzio di Bonifica che, da transitoria, è diventata stabile nel tempo, generando solo malcontenti.
Il destino delle famiglie è appeso alle risorse che si attendono dal Governo, i 30 Milioni di euro opzionati serviranno a completare la stagione 2021 e pagare le spettanze, non c’è garanzia di quando arriveranno e, soprattutto, non si conoscono le strategie per il futuro.
In una regione come la Basilicata con 320000 ettari di foreste, in cui la povertà, l’emigrazione e lo spopolamento aumentano, la coesione sociale è a rischio e le politiche di sviluppo sono ferme.
In attesa delle nuove opportunità di lavoro del privato, da sostenere e incentivare, la pubblica amministrazione deve gestire l’emergenza in una logica rinnovata, coraggiosa e lungimirante.
Deve scegliere da che parte stare, se da quella della spesa assistenziale o dell’investimento produttivo.
Deve essere possibile coniugare lavoro e dignità, con diritti e doveri.
Fondamentale è oggi governare, riformare, rinnovare e non comandare, e sperare di sopravvivere”.