“I giudici del tribunale di Lagonegro nei giorni scorsi hanno emesso la prima sentenza nei confronti di due uomini, un padre e un nonno, che avrebbero abusato sessualmente per anni della figlia e nipote.
La bambina, che subiva le violenze da quando aveva solo 7 anni, una volta cresciuta ha trovato la forza di confessare tutto.
Gli abusi sarebbero cominciati nel 2009 e sono proseguiti fino a Settembre 2018, quando la ragazza (allora 14enne) ha confessato tutto alla madre.
Dopo la denuncia da parte della vittima, il caso è finito in tribunale.
La sentenza di primo grado ha condannato a 14 anni di Carcere il padre con l’accusa di violenza sessuale ed il nonno a 5 anni per palpeggiamenti.
La decisione dei giudici è stata accolta positivamente dall’avvocato di parte civile Vincenzo Viceconte, che l’ha definita una “sentenza esemplare”, che non rimargina certamente le ferite dell’anima di quella che oggi è una giovane donna di 21 anni, ma la ripaga della fiducia e del coraggio che ha avuto nell’affidarsi alla giustizia.
Il caso di Lagonegro purtroppo non è isolato: secondo l’ultimo report del Ministero degli Interni sul numero di reati contro i minori diffuso lo scorso Novembre, le violenze sessuali sono cresciute del 19% dal 2021 al 2022 (1.838 casi contro 2.196).
Bisogna segnalare che anche nei nostri piccoli paesi lucani sono presenti sacche di disagio importanti, che vanno attenzionate e monitorate costantemente, principalmente dalle istituzioni ma anche dalla rete sociale circostante.
Non basta dirsi che i nostri piccoli paesi sono tranquilli per scongiurare storie raccapriccianti come questa: bisogna lavorare con attenzione, sapendo cogliere tutti i segnali di disagio che possono provenire dai nostri bambini e ragazzi, in tutti gli ambienti educativi, primo tra tutti la scuola, ma anche gli ambienti sportivi, religiosi, ricreativi, amicali, familiari.
Non si deve mai fare finta di niente di fronte a comportamenti che destano sospetto, anzi, se non si è preparati ad affrontare una situazione così difficile, bisogna che ci si rivolga alle istituzioni d’aiuto come assistenti sociali, medici, forze dell’ordine, ecc.
Inoltre, gli ambienti educativi (in particolare la scuola perché gratuita ed accessibile a tutti) svolgono un importantissimo ruolo sia di prevenzione di questi fenomeni, con l’educazione delle nuove generazioni a condotte familiari adeguate e protettive nei confronti dei bambini, sia di rilevazione del disagio.
Chiunque di noi è chiamato ad intervenire, in un’ottica di mutuo aiuto e di comunità educante che non lascia da solo nessuno.
Non è corretto dirsi che “non ci riguarda”: la violenza sui minori riguarda tutti noi e ne dobbiamo sentire la responsabilità.
A cominciare dal sostenere e incoraggiare i ragazzi a confidarsi con qualcuno di cui abbiano fiducia.
“Che tu sia allenatore, insegnante, monitore o coach (professionista o volontario) il tuo impegno è fondamentale anche nella prevenzione di questo problema che può toccare i giovani di qualsiasi età, sesso, origine e classe sociale, nella famiglia come nelle attività sportive, educative e ricreative” si legge nell’introduzione alla guida denominata “Conoscere, riconoscere, prevenire, reagire”.
Si tratta di una ‘Una guida per gli adulti con compiti educativi nello sport, nelle attività ricreative e associative'”.
Così scrive in una nota il Garante Infanzia e Adolescenza della Basilicata, Prof. Vincenzo Giuliano.