“Gli anziani non autosufficienti e le loro famiglie non possono pagare il prezzo di una mancata pianificazione da parte della Regione. Cosa aspettano il presidente Bardi e l’assessore a risolvere la questione? L’incremento delle tariffe per le Case di riposo più che raddoppiate e che toccano i 100 euro al giorno, è insostenibile”.
Lo dichiara in una nota il segretario della Uil Pensionati di Basilicata, Carmine Vaccaro dopo la lettera aperta inviata al ministro Speranza e al presidente Bardi da un gruppo di parenti di anziani ricoverati in una Rsa lucana:
“Sicuramente il nostro governatore e il nostro assessore regionale alla Sanità avranno letto l’appello dei cittadini.
La pandemia ha aggravato le difficoltà economiche delle case di riposo, ma non possono ricadere sulle famiglie.
Deve essere assolutamente scongiurato questo incremento delle rette, già oggi insostenibili per troppe persone”.
La sollecitazione di Vaccaro arriva a margine dei tanti appelli inoltrati alla Regione dal presidente dell’associazione regionale delle strutture socio-assistenziali, Vincenzo Clemente.
Continua il segretario UilP:
“Appelli inascoltati quelli dell’Arssab se ad oggi i cittadini si sono visti recapitare le comunicazioni che annunciano l’aumento delle quote.
È assurdo, siamo una delle regioni d’Italia con il più alto tasso di popolazione anziana e invece di tutelarla la mettiamo fuori alla porta.
Come faranno le famiglie impossibilitate a pagare la retta ma anche ad accudire h24 una persona allettata? Dovranno rinunciare a lavorare?
Ci sarà un collasso non solo finanziario delle strutture che non avranno più pazienti da seguire e saranno costrette a chiudere, ma anche un tracollo, una bomba sociale.
Siamo all’assurdo.
Del resto le cooperative non possono permettersi di fare altrimenti se la Regione non vien loro incontro.
La precedente amministrazione con la legge 8 del 31 maggio 2018 si era impegnata a pagare le cosiddette ‘quote di rilievo sanitario’ per l’assistenza.
Ora la giunta attuale ha condizionato il pagamento di queste quote alle sole strutture accreditate, penalizzando le case di riposo che sono la maggioranza e che devono comunque garantire le cure sanitarie almeno per un limite del 20 per cento dei posti letto.
Serve approvare subito questa norma per l’accreditamento per consentire a tutte le residenze assistenziali di operare e ai vari imprenditori di continuare ad investire in Basilicata, ma soprattutto ai cittadini di riuscire a pagare la retta.
L’alternativa?
La Regione rimetta mano al portafoglio e come si fa altrove, alla quota a carico della famiglia aggiunga la sua parte per l’assistenza sanitaria. In Lombardia nei casi di persone indigenti, che non riescono a pagare le rette, intervengono anche i Comuni”.