“In 48 ore due giovani lavoratori hanno perso la vita nelle fabbriche italiane, Luana a Prato e Christian a Busto Arsizio.
È inaccettabile.
La sicurezza deve tornare ad essere tema centrale, non si può morire come nell’ottocento: nel primo trimestre dell’anno hanno perso la vita 185 lavoratori, morti legate ad assenza di misure di sicurezza, ritmi di lavoro pressanti, ma soprattutto un sistema delle imprese incentrato solo sul profitto.
Tra questi c’è anche Antonio Cavallucci, rimasto vittima di un incidente sul cantiere della Tito-Brienza”.
È quanto afferma il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa che continua:
“Non bastano le rituali condanne e lo sdegno per quelle che ormai correntemente chiamiamo morti bianche.
L’alto numero di decessi sul lavoro non rende merito alla grande tradizione democratica del nostro Paese.
La sicurezza deve essere il presupposto di qualsiasi attività lavorativa con regole stringenti.
E soprattutto occorre un grande investimento nel rafforzamento dei dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie assumendo in numero adeguato i tecnici della prevenzione per poter effettuare controlli su tutte le attività lavorative.
Si affronti subito anche in Basilicata il tema della sicurezza sul lavoro con azioni concrete facendo un grande investimento sulla sicurezza e sulla formazione.
Il lavoro e soprattutto la qualità del lavoro e la sicurezza devono essere al centro delle priorità del Paese”.