“Al 31 dicembre 2021 rischiamo di perdere 152 milioni di euro di finanziamenti del programma, altro che Recovery Fund”.
Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo di Italia Viva che aggiunge:
“Non siamo capaci di spendere quello che abbiamo. Lo denunciamo da oltre 12 mesi: c’è un portafoglio economico di 152 milioni di euro disponibili di cui 39 già in cassa, rinvenienti dall’accordo di programma quadro finalizzato alla programmazione e al finanziamento di interventi urgenti per la mitigazione del rischio idrogeologico e non riusciamo a utilizzarli.
Resta da assegnare la progettazione di 115 opere, delle 130 da realizzare.
Occorre, e con urgenza estrema, sostenere la struttura organizzativa degli uffici preposti, con un impegno del Governo regionale ad attuare qualunque azione utile a evitare di perdere i fondi alla fine di questo anno.
Il passaggio successivo, e consequenziale, delle competenze a Invitalia diventerebbe il preludio di una disfatta annunciata e dell’incapacità regionale di gestire fondi già disponibili.
Le due province e i Comuni vanno chiamati, con stazioni appaltanti all’altezza, per aiutare la Regione a gestire il presente e il futuro.
Questa l’unica strada possibile da percorrere immediatamente.
La scadenza della Delibera Cipe 64 mette a rischio 40 interventi del Patto Sud, 5 su Programma Operativo Ambiente e 13 sul secondo Addendum al PO Ambiente, per un totale di 58 opere.
E’ necessario rafforzare in maniera perentoria la struttura oggi costituita solo da un architetto in comando dal Consorzio di Bonifica e due amministrativi, affinché si possa garantire una fondamentale accelerazione di tutte le procedure di assegnazione delle progettazioni esecutive e dei conseguenti appalti dei lavori, la cui responsabilità diretta, oltre 26 mesi, è del Commissario straordinario.
Ruolo che coincide con quello del presidente Bardi.
E’ imprescindibile, a sette mesi dalla scadenza, con una regione che si sgretola ovunque, imprimere uno scatto nella corsa alla realizzazione degli interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del dissesto idrogeologico.
Ogni giorno che passa è un’occasione colpevolmente persa.
Mentre le imprese edili, i professionisti, i progettisti sono al collasso a causa della crisi e la Basilicata continua a franare il Governo regionale ci racconta di battersi per la nostra quota di Recovery Fund e per avere titolarità a proporre e gestire investimenti, più o meno importanti, per la nostra regione, noi rischiamo di perdere 152 milioni di euro se entro il 31 dicembre 2021 non mettiamo in campo bandi e appalti relativi a circa 115 opere inserite nell’elenco del Dpcm del 15 maggio 2015.
Il corposo programma di mitigazione del rischio idrogeologico è basato essenzialmente sulle risorse di fonte regionale allo stato disponibili, rinvenienti essenzialmente dal Patto Basilicata 2014/2020, alimentato da risorse Fsc per complessivi 95 milioni di euro, dal P.O. Ambiente e relativo Addendum alimentato con risorse statali F.S.C. 2014/2020, dal fondo di rotazione per la progettazione ex Dpcm 14 luglio 2016.
Restano da assegnare 115 incarichi di progettazione esecutiva alle quale deve seguire la preparazione e la messa a bando gli appalti, altrimenti saranno state perse le risorse al 31 dicembre 2021.
Si tratta di importanti lavori di consolidamento di versanti e di centri abitati colpiti dalle frane negli anni passati, sistemazioni idrogeologiche, monitoraggi, ripristino di condizioni di stabilità, opere di contenimento e messa in sicurezza, opere di regimentazione e mitigazione dell’erosione, protezioni di costoni, muri e drenaggi, barriere soffolte ecc. in quasi tutti i comuni lucani sia della provincia di Matera che di Potenza.
E’ inaccettabile tutto questo si nomini immediatamente una task force a cui affidare la preparazione, la messa a bando e la gestione delle procedure di assegnazione dei progetti, per realizzare le oltre 150 gare di appalto.
Dicembre 2021 è arrivato e la Basilicata, senza una proroga, praticamente avrà buttato 152 milioni di euro di lavori che potevano essere una straordinaria boccata d’ossigeno per le imprese e per tutto il territorio lucano.
Comincia a venire un atroce dubbio che si preferisca Invitalia alla gestione diretta delle procedure di gara da fare in Regione Basilicata.
Non si spiega, altrimenti, la totale disattenzione su una tale criticità e un tale ritardo su opere importanti, che denunciamo inascoltati da oltre 14 mesi
Presidente Bardi il problema delle opere legate al dissesto idrogeologico e alle risorse statali ad esso destinate richiede un supporto concreto, innanzitutto, a una struttura che oggi purtroppo, nonostante l’impegno e l’ottimo lavoro svolto dai tre professionisti impegnati, è assolutamente inadeguata per responsabilità, competenze e carico di lavoro infinito esistente.
Solo per 40 interventi di contrasto al rischio idrogeologico sono state affidate le progettualità esecutive per un importo complessivo di opere per circa 94 milioni di euro (sono 88 gli affidamenti complessivi effettuati per 4 lavori, 14 indagini, 70 progettazioni).
Ce ne sono altre 115, di opere, per le quali occorre avviare e completare la procedura di affidamento delle progettazioni e poi predisporre gli atti di gara.
E’ tempo di mettere in campo una task force tecnica, il rischio concreto per gli interventi è la delega a Invitalia.
Si agisca se non si vuole che proprio Invitalia poi si trovi a gestire tutto, togliendo alla Regione la governance.
O forse, in fondo, è proprio questo l’obiettivo?
Se fosse così, il tradimento alla comunità di Basilicata sarebbe invece completo”.