Ecco quanto dichiara il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Giovanni Vizziello, a commento del report pubblicato qualche giorno fa da Openpolis e dall’ impresa sociale “Con i bambini”:
“In Basilicata gli asili nido sono un vero e proprio miraggio, atteso che l’offerta di questo fondamentale servizio si ferma a soli 16,8 posti ogni cento bambini di età compresa tra 0 e 2 anni, esattamente la metà dell’obiettivo previsto dal Consiglio Europeo di Barcellona nel 2002.
Un deficit che occorre colmare al più presto mediante l’utilizzo ottimale delle risorse del Recovery Plan, perché i servizi per l’infanzia sono strumenti fondamentali della lotta contro la povertà educativa e materiale dei bambini.
Se la letteratura scientifica indica come i primi 1000 giorni di vita del bambino siano quelli più determinanti per la sua crescita ottimale è francamente inaccettabile che la nostra regione faccia registrare, a ben vent’anni dalla direttiva europea che prevede l’obbligo per le regioni di garantire l’asilo nido ad almeno un bambino su tre, ritardi di tale entità, che rischiano compromettere qualsiasi percorso diretto a contrastare le diseguaglianze di opportunità e a promuovere la parità di genere.
L’analisi a livello territoriale dei servizi per la prima infanzia fa emergere come, a fronte di un Centro-Nord che ha quasi raggiunto l’obiettivo di Barcellona (vale a dire garantire un posto all’asilo nido ad almeno il 33 per cento dei bambini con meno di tre anni) e nel quale la maggior parte dei comuni offre il servizio, c’è un Sud che arranca, tanto sotto il profilo dei posti ogni 100 bambini ( 13,5) quanto sotto il profilo dei comuni che garantiscono il servizio (47,6 per cento).
La carenza di servizi per la prima infanzia influenza sensibilmente la parità di genere atteso che il tasso di occupazione femminile è sensibilmente più alto proprio nelle Regioni (Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna) che fanno registrare l’offerta più consistente di asili nido, laddove nelle regioni del Mezzogiorno la carenza di servizi per l’infanzia viaggia di pari passo con bassi livelli di occupazione femminile.
Lecito dunque chiedersi quante giovani donne del Mezzogiorno siano costrette a rinunciare al lavoro o alle opportunità di progressione lavorativa, perché non sanno a chi lasciare i propri figli, nonostante il diritto alla maternità, come quello al lavoro, siano diritti costituzionalmente garantiti e che è ora di rendere effettivi anche in Basilicata e nel Mezzogiorno d’Italia”.