Anche quest’anno sta per arrivare uno dei giorni più attesi dell’anno: il Primo Maggio.
Tanti gli eventi che nel 2019 si susseguiranno per rendere omaggio alla Festa del Lavoro.
Oltre al mitico concertone di Piazza San Giovanni a Roma (al quale ricordiamo ambisce una band lucana, i Bytecore) altro evento di forte impatto musicale rappresenta, senz’altro, anche il palco tarantino de “Uno Maggio Taranto Libero e Pensante”.
Partecipante al contest è la talentuosa Band lucana “Francesco Tomacci & gli Orchestrali della Kupa”.
Un sogno, quello di questi ragazzi, di aprire il concerto nel suggestivo Comune pugliese.
La Band (unica a rappresentare la Basilicata) è ad un passo dal realizzare questa ambizione: tra più di 150 artisti nazionali, hanno superato la selezione, guadagnano un posto tra i 15 finalisti presenti.
Questi, a loro volta, sono stati divisi in 3 gruppi (rispettivamente Nord, Centro, Sud).
Nell’ultimo step, la nostra Band, dovrà sfidarsi proprio con i 4 gruppi del Sud il 22 aprile durante l’evento “Pasquetta Primavera Festival” allo Yachting Club di Taranto.
Gli Orchestrali parteciperanno con due inediti presenti nel disco “Via Fortuna” in uscita a giugno.
Il vincitore di ogni gruppo sarà sottoposto al giudizio di un’ulteriore giuria che deciderà chi potrà aprire il contesto del primo maggio a Taranto.
Ma chi sono Francesco Tomacci e gli Orchestrali?
Ecco alcune notizie fornite direttamente dal gruppo:
“Francesco Tomacci nasce a Tricarico nel ’92.
Appassionato di musica popolare, inizia fin da giovanissimo a studiare chitarra e a comporre le prime canzoni. Il suo percorso artistico comincia nel 2008 quando, con i suoi amici, decide di fondare i “taranta sound”. Nel 2009 la prima demo “terra nostra” segna il debutto come autore; da qui il via alle serate nei locali e nelle piazze riscuotendo un certo successo a livello locale.
Nello stesso anno viene coinvolto in un progetto scolastico “SIA BENEDETTA LA GATTA MAMMONA”: un film documentario ispirato al lavoro condotto da Antonio Infantino negli anni 70’, dove cura gli arrangiamenti e le musiche.
Il lungometraggio diventa oggetto di studi e vince il premio Carlo Levi consegnato ad Aliano (MT) in presenza della scrittrice Dacia Maraini. Da questa esperienza ribattezza il nome del gruppo in “LA GATTA MAMMONA”. Nel 2010 vengono invitati in GHANA, ad Accra, in occasione del festival lucano organizzato presso il “La Palm beach hotel”.
La permanenza dura quindici giorni e lo vede impegnato in jam session con artisti locali che segnano profondamente il suo stile.
In concomitanza con la sua attività di leader de “La gatta mammona”, inizia la sua collaborazione come percussionista nel gruppo di Antonio Infantino, esperienza che gli permette di solcare palchi importantissimi in tutt’Italia. Intanto, il progetto musicale, partorito con “La gatta mammona” cresce e nel 2011 iniziano le registrazioni del disco “Tra i nani e i giganti” portato a termine e pubblicato nel 2012.
Il disco solletica l’interesse dei suoi corregionali ottenendone la stima. Poco dopo, la sua diffusione diviene virale. Vincono numerosi premi locali:
• il potenza folk festival
• il contest “fatti sotto” organizzato da Radio Activity
• il premio “miglior testo” del Calvello music contest
Nonostante gli impegni come leader del gruppo, continua l’ esperienza con Infantino che, gli permette nel 2014 di ampliare le sue conoscenze musicali e ricevere nuovi stimoli grazie all’esperienza a Gedda, in Arabia Saudita e di partecipare alle registrazioni come percussionista del disco di Vinicio Capossela “canzoni della cupa”.
Nello stesso anno, un’altra notevole proposta: i Tarantolati di Tricarico l’invitano ad entrare a far parte del loro gruppo. L’esordio avviene sul palco del 1 maggio in Piazza San Giovanni a Roma.
La collaborazione con i Tarantolati dura due anni e mezzo, intanto la Gatta Mammona, per motivi personali di ognuno dei componenti si scioglie.
Nel 2016, insieme a Giorgio Pavan (ex chitarrista dei Matia Bazar) scrive il singolo del nuovo disco dei Tarantolati: “Terra che trema” oltre alla maggior parte dei testi del disco stesso. La tournée di quell’anno lo vede suonare sui palchi di tutta Italia: Roma, Padova, Grosseto, Vicenza, Milano, Palermo … e terminerà sul palco del Capodanno Rai “l’anno che verrà” dove interpreta proprio il singolo “Terra che trema”.
Il 2017 altro anno, altro giro, altra tournée italiana. A maggio tuttavia, una nuova idea preme nella sua testa: ricreare un suo gruppo. Così nasce la bozza de’ “Gli orchestrali della Kupa”.
Un nome particolare che abbraccia una moltitudine di significati.
Cupa è un termine ripreso da Vinicio Capossela, che lo utilizza per il suo lavoro chiamato appunto “canzoni della cupa”.
Qui, la parola “cupa” indica la parte tetra che ogni paese possiede, quello scorcio che per colpa della sua esposizione non viene mai baciato dal sole e per questo destinato a vivere nell’ombra. Partendo da questo concetto, cupa si riallaccia proprio alle tenebre dell’animo umano. A quella profondità insita in ogni uomo, alla sua parte malinconica ma allo stesso tempo, la più espressiva.
L’idea de’ “gli orchestrali della kupa” si fa sempre più concreta. Inizia così la ricerca dei più bravi musicisti dell’hinterland lucano da coinvolgere nel nuovo gruppo.
Il primo è Vito Poletta. Prossimo al diploma in conservatorio, è un eccellente chitarrista. Conosciuto per caso: una sera lo vide suonare in una piazzetta di Albano (suo paese natale) e rimase completamente affascinato da come quel ragazzo faceva vibrare le corde della sua chitarra. Quel tocco deciso, perfetto producevano una melodia sublime che l’incantò, così decise di contattarlo e proporgli una collaborazione. Trovato il chitarrista, bisognava adesso trovare qualcuno che facesse tremare i tamburi della batteria.
Viene fuori il nome dell’energico Piero Santoro anche lui iscritto al conservatorio, con il quale aveva già avuto modo di suonare qualche mese prima in una serata a Nova Siri.
Vito e Piero abbracciano il progetto creando lo scheletro del gruppo. Da qui l’aggiunta del bassista Ermanno D’Avino studente del conservatorio che, con la maestria del suo basso, supporta la sezione ritmica delle melodie e il trombettista Dario Satriani, già diplomato in conservatorio, innamorato del suo strumento aggiunge brio e innovazione ad ogni pezzo.
Inizia un lungo periodo di prove fin quando, nel dicembre 2017 Francesco decide di uscire definitivamente dai Tarantolati e di dedicarsi completamente al nuovo gruppo presentandosi come solita e facendo ufficialmente partire il progetto “Francesco Tomacci & gli Orchestrali della Kupa”.
Un curriculm di tutto rispetto per questi talentuosi ragazzi che, con impegno, arte e passione, stanno già conquistando una vasta fetta di pubblico, portando alto il nome della nostra regione.