Lo sostiene il consigliere regionale del M5s, Gianni Leggieri:
“In Italia ogni anno si registrano più di mille morti sul lavoro e numerosissimi infortuni.
In Basilicata si sono registrati, negli ultimi anni, diversi incidenti, purtroppo anche mortali.
Ancora di più oggi, di fronte all’emergenza Covid 19, il tema della sicurezza sui luoghi di lavoro deve essere costantemente al centro dell’impegno di tutti i soggetti sociali, in modo tale da creare una cultura che sappia coniugare il lavoro con il rispetto degli inalienabili diritti dei lavoratori, che sono prima di tutto persone.
La persona, la sua integrità, la sua salute, il suo benessere, devono essere posti al centro delle azioni e delle attività svolte in ogni campo a partire dalla garanzia della qualità del lavoro.
In merito agli infortuni sui luoghi di lavoro, nei mesi scorsi, ho impegnato la Giunta regionale a verificare la possibilità di rafforzare gli strumenti di sostegno alle imprese per attuare buone prassi in materia di prevenzione e formazione; a sviluppare tutte le possibili iniziative per promuovere la sicurezza e la qualità del lavoro e per contrastare il lavoro nero e precario in tutti i settori economici e professionali attraverso la formulazione di un piano di azioni coordinate con i diversi livelli istituzionali, con le parti sociali e con tutti i soggetti associativi e rappresentativi del mondo del lavoro.
Sono temi e propositi fondamentali per garantire dignità e sicurezza alle lavoratrici e ai lavoratori lucani, ma per perseguire questi obiettivi bisogna uscire dalla miopia che purtroppo accompagna anche questo primo maggio rappresentato dallo stallo di Arlab, l’Agenzia regionale per il lavoro e l’apprendimento Basilicata, ancora purtroppo commissariata e bloccata per scelte politiche disastrose.
Agenzia che dovrebbe attuare anche per il tramite dei Centri per l’Impiego, le attività di orientamento per i giovani lucani.
La Giunta regionale, infatti con delibera n. 44 dell’1 febbraio 2021 ha nominato quale commissario ad acta, il dr. Antonio Corona, già dirigente regionale dell’Ufficio Appalti, Servizi e Forniture, presso il Dipartimento Stazione Unica Appaltante della Regione Basilicata (Sua-RB) perseguendo, per l’ennesima volta, la via della gestione commissariale. Ricordiamo a noi stessi, ma soprattutto a Cupparo, che la procedura per la nomina del direttore generale dell’Arlab non si è mai conclusa, sebbene l’avviso pubblico riportante i requisiti richiesti di ‘esperienza almeno quinquennale di direzione tecnica o amministrativa in enti’, sia stato approvato il 10 ottobre 2019 con DPGr n. 244.
La modifica apportata recentemente all’art. 9 della legge istitutiva dell’Ente, ha introdotto modifiche riguardanti i requisiti per la selezione e la nomina del direttore generale che vanno a disciplinare in maniera ‘meno stringente’ i criteri di accesso, malgrado fosse stato già approvato l’avviso pubblico sopramenzionato. Ad oggi, l’Agenzia continua ad essere ‘senza guida’.
Il modo di operare di questa maggioranza di centrodestra ci lascia attoniti, con la certezza che anche nel 2021 l’attività dell’Ente sarà limitata ancora per parecchi mesi.
Non dare corso al Piano di rafforzamento dei Centri per l’Impiego come previsto dal decreto legge 4/2019 e di conseguenza alla pubblicazione dei relativi bandi di concorso, significherà non poter assumere le risorse umane fondamentali per portare avanti le strategie delle politiche attive del lavoro.
Come si potrà realizzare tutta la fase di attuazione delle politiche in materia di orientamento, formazione, istruzione e lavoro, senza la guida del dg?
Come si potranno incrociare domanda e offerta di lavoro laddove manca una vera strategia delle politiche attive del lavoro?
Un pensiero particolare va ai destinatari del bando destinazione over 35 partito nel settembre 2018, nato dalla necessità e volontà politica di incentivare percorsi di politiche del lavoro e di inclusione attiva e finalizzato all’inserimento/reinserimento nel mercato del lavoro, di persone over 35 in condizione di disoccupazione e di giovani disabili maggiorenni ed iscritti negli elenchi di cui gli articoli 1 e 8 della legge 68/1999.
Dopo 3 anni i partecipanti sono ancora disoccupati, e molti non hanno nemmeno terminato il percorso formativo.
Le celebrazioni sono purtroppo inutili, se agli slogan e agli annunci non seguono le azioni e i fatti, anche i sindacati battano un colpo. Buon primo maggio”.