“La Basilicata ha un patrimonio di piccoli borghi, tradizioni e bellezze storiche e paesaggistiche di grande pregio.
Molti luoghi e attrazioni sono già sviluppati e conosciuti turisticamente, tanti, pur avendone le potenzialità, sono ancora poco noti e apprezzati.
Per dare la possibilità ai borghi antichi che hanno le caratteristiche necessarie per essere recuperati e valorizzati, è disponibile un nuova misura dell’Unione europea per ottenere finanziamenti nell’ambito degli interventi per un’Europa 4.0.
Le Regioni e i Comuni italiani possono disporre di svariati miliardi di euro facendo ricorso agli Investimenti Territoriali Integrati (ITI), ovvero uno strumento attuativo che consente di riunire le risorse di uno o più programmi operativi europei mirati su turismo, cultura, sostenibilità, trasformazione energetica e digitalizzazione”.
Lo ha detto in un comunicato Chiara Gemma, eurodeputata del Sud e della Basilicata, che aggiunge:
“La sfida per i piccoli Comuni lucani è quella di attivarsi, insieme a tutto il sistema istituzionale regionale, per preparare progetti e mettersi in gioco.
In Basilicata, già ci sono i pittoreschi Acerenza, Castelmezzano, Guardia Perticara, Irsina, Miglionico, Pietrapertosa, Venosa e Viggianello che sono entrati nel circuito del turismo nei piccoli centri e fanno parte dei 345 «borghi più belli d’Italia» certificati dalla Soprintendenza delle Belle Arti come patrimonio architettonico caratterizzato da luoghi e panorami mozzafiato, ambienti e paesaggi naturali incontaminati, culture e tradizioni rimaste intatte, prodotti tipici dell’enogastronomia a km zero, ritmi di vita tranquilli e rilassanti.
Molti altri centri lucani, al di sotto dei 15 mila abitanti, potrebbero fare lo stesso, considerato che oltre a Matera, tutto il territorio lucano è molto richiesto dai turisti stranieri che visitano l’Italia.
Diversamente i piccoli borghi sono destinati a subire il dramma dello spopolamento e del degrado a causa di una situazione di ritardi e marginalità rispetto ai grandi movimenti e flussi turistici e commerciali.
Con i fondi degli Investimenti Territoriali Integrati (ITI) si potrebbe intervenire per invertire la tendenza e garantire attraverso la tutela, il recupero e la valorizzazione, il mantenimento di un patrimonio inestimabile di ricchezze materiali e immateriali e di memorie che altrimenti andrebbero irrimediabilmente perdute”.