Nel Distretto della Corte di appello della Basilicata “si manifesta in modo virulento la presenza di organizzazioni di tipo mafioso, dedite al traffico di stupefacenti.
I sodalizi criminali, provenienti anche da altri distretti e operanti in sinergia con quelli del posto operano in ogni circondario”.
Come riporta Ansa è questo uno dei passaggi più significativi della relazione del procuratore generale della Repubblica presso la Corte d’Appello di Potenza, Armando D’Alterio, presentata durante l’inaugurazione dell’anno giudiziario, che si è svolta stamani, a Potenza.
Sempre da Ansa si apprende come:
“Complessivamente, nell’area meridionale della regione si manifestano pericolosissime infiltrazioni di carattere economico-criminale delle più potenti organizzazioni mafiose campane e calabresi.
Eppure – ha rimarcato – nel circondario del Lagonegrese non esiste neanche un commissariato di Pubblica Sicurezza”.
Il procuratore ha poi evidenziato come per i reati di competenza della Dda ‘l‘azione penale è cresciuta da 15 indagati nel 2017 ai 314 imputati di oggi, così come i soggetti iscritti sono passati di 782 agli attuali 1766‘.
Nel commentare, infine, le recenti sentenze più significative, una del Tribunale di Matera contro il ‘clan Schettino’ e una del Tribunale di Potenza contro il ‘clan Riviezzi’, D’Alterio ha detto che ‘si tratta con tutta evidenza di un segno tangibile dell’elevato grado di allarme che pervade entrambe le province lucane‘.
Due, invece i punti sottolineati dalla presidente della Corte d’appello di Potenza, Rosa Patrizia Sinisi: ‘E’ stato un anno molto costruttivo, sia pur di transizione, in tema di costruzione degli uffici del processo e della digitalizzazione degli atti nei quali i giovani laureati o i tirocinanti si stanno formando, ma paghiamo il turnover degli stessi.
Quest’anno – ha aggiunto, parlando con i giornalisti prima della cerimonia – è dedicato ai minori.
Per quanto limitata l’attività rispetto a Campania e Puglia, registriamo un aumento dei reati commessi dai minori in Basilicata, specie molestie, atti persecutori e bullismo'”