La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso presentato da Marcello Pittella contro l’ordinanza bis che nel dicembre 2018 confermava il divieto di dimora nel capoluogo lucano.
La quinta sezione penale della Cassazione affermava l’assenza di “gravi indizi di colpevolezza” a giustificare “esigenze cautelari” a carico di Marcello Pittella (Pd), presidente della Regione Basilicata.
La Cassazione quindi il 26 Novembre scorso ha accolto il ricorso presentato dai difensori dell’indagato contro l’ordinanza con cui il Riesame di Potenza, nello scorso Luglio, confermò la misura cautelare degli arresti domiciliari per Pittella (emessa dal giudice per le indagini preliminari e poi sostituita a Settembre con quella del divieto di dimora a Potenza).
Sempre la Cassazione (con la sentenza depositata lo scorso 11 Dicembre) ha accolto tutti i motivi di ricorso della difesa bocciando le motivazioni del Riesame del capoluogo lucano.
Lo scorso 28 Dicembre il Tribunale del Riesame di Potenza si è pronunciato sulla vicenda confermando il divieto di dimora nel capoluogo lucano per Pittella.
Il divieto fu poi revocato a seguito delle sue dimissioni.
Alla Corte di Cassazione l’ex governatore Pd, (eletto consigliere regionale alle scorse elezioni del 24 marzo) aveva chiesto il riconoscimento dell’assenza dei gravi indizi di colpevolezza che lo hanno portato agli arresti domiciliari.
Oggi, la prima sezione della Cassazione, ha respinto il ricorso presentato dai legali di Pittella.