“La scelta del governo regionale di non dare continuità al progetto di innovazione e trasferimento tecnologico, T3 Innovation, è sbagliata e immotivata.
Le potenzialità di utilizzo di T3 Innovation per i prossimi tre anni avrebbero dovuto puntare alla capitalizzazione dei risultati e della conoscenza raggiunta, al supporto operativo ai cluster tecnologici.
Decidere di non rinnovare più questo progetto, invece, significa sacrificare sul nascere un ecosistema dell’innovazione che già guardava, con le esperienze avviate, a una prospettiva di sviluppo euro-mediterraneo”.
È quanto sostiene Angelo Summa, segretario generale della Cgil Basilicata, sulla vicenda della possibile chiusura di T3 Innovation:
“La Regione Basilicata è stata pioniera nel campo delle attività di innovazione e trasferimento tecnologico grazie all’intuizione di creare una Innovation Factory sul modello di quelle che hanno portato territori come il Friuli o il Trentino a essere leader in Italia nel campo della messa a sistema tra ricerca, sperimentazione, innovazione applicata al sistema produttivo.
Il percorso, iniziato con Area Science Park e poi proseguito con la nuova cordata (dopo uno stop amministrativo di 19 mesi), doveva portare a un cambiamento di paradigma in cui l’innovazione sarebbe dovuta diventare un’attitudine più che un obiettivo di rendicontazione per la spesa di fondi pubblici.
A nostro avviso l’obiettivo è stato in qualche modo raggiunto e siamo certi che, con le opportune evoluzioni, potrebbe inserirsi in un processo più ampio di crescita, in linea con quanto oggi l’Europa chiede ai territori, in special modo a quelli del Mezzogiorno, dove maggiore è l’urgenza di innovare.
Per queste ragioni troviamo sbagliata e ingiustificata la scelta di chi oggi vorrebbe fare tabula rasa per ricostruire un nuovo modello di approccio all’innovazione.
Il rischio è che si smontino e rimontino filiere, invece di effettuare scelte di merito.
Si può rimodulare il progetto se ci sono valutazioni di merito ma azzerare, con lo scalpo, un soggetto in grado di tenere viva l’attenzione sulla piena realizzazione dei contenuti della Smart Specialization Strategy Europea determinando pesanti effetti dal punto di vista occupazionale e sociale è davvero incomprensibile.
Governare significa assumere decisioni che non possono essere disgiunte dalle persone e dagli effetti che le scelte producono.
Per queste ragioni invitiamo il presidente Bardi a convocare un incontro urgente per affrontare nel merito tale questione, tenendo insieme la salvaguardia occupazionale delle professionalità acquisite, che sono un valore per lo sviluppo del nostro territorio, e una ricalibrazione del progetto in linea con le esigenze del territorio, delle persone e delle aziende che lo abitano”.