L’impegno della CIA-Agricoltori per il rilancio di una olivicoltura innovativa e moderna è stato ribadito in una videoconferenza promossa dall’ Oprol (Organizzazione Produttori Olivicoli Lucani), GIE (Gruppo Interesse Economico) Olivicolo Lucano, con la partecipazione di Anna Rufolo responsabile agroalimentare e territorio Cia, Paolo Carbone e Paolo Colonna dell’Oprol, Gino Catania presidente GIE olivicolo Cia, Donato Distefano direttore Cia Potenza e Matera.
Per i dirigenti Oprol l’igp olio lucano dovrà rappresentare un ambasciatore di qualità nel mondo per promuovere qualità e patrimonio territoriale con la sua arte e cultura.
Una “scommessa” importante che si basa sul grande ruolo svolto dalla Op Oprol per garantire un valore aggiunto ai produttori.
Ora – sono gli obiettivi a medio termine – bisogna avere una ocm olio e un piano strategico nazionale che affronti un grande piano di ristrutturazione dell’olivicoltura italiana.
Per Catania è necessario avviare quanto prima il confronto sul futuro del settore olivicolo perché il Piano Strategico Nazionale è l’occasione per rilanciare una strategia organica di settore, sfruttando al meglio gli interventi settoriali.
Per le azioni di rilancio e per cogliere le nuove sfide legate al post-pandemia e alla transizione verde – ha aggiunto – occorre massimizzare l’efficacia delle risorse disponibili legate alla Pac sia nel periodo transitorio, anche grazie alle risorse aggiuntive del Next Generation Ue, che nel post 2022.
L’olivicoltura italiana ha dunque bisogno di efficienza e modernità e di mantenere allo stesso tempo un forte legame territoriale e coerenza con la propria identità;
quindi è essenziale promuovere la ristrutturazione e riqualificazione degli impianti produttivi, la qualità, il rafforzamento del sistema organizzato, il trasferimento dell’innovazione per aumentare competitività e sostenibilità, così’ come dedicare un capitolo all’olivicoltura “che “resiste” in condizioni difficili e che svolge un ruolo essenziale per la tenuta dei territori, della biodiversità e in generale di coesione delle aree rurali.
Anna Rufolo responsabile agroalimentare e territorio Cia ha riferito che dal primo aprile partono i programmi di sostegno al comparto olivicolo-oleario nazionale.
I programmi che si concluderanno entro il 31 dicembre 2022, potranno contare su una dotazione complessiva pari a 69,2 milioni di euro di cui 34,59 milioni quale contributo comunitario.
Di tale plafond almeno il 20% potrà essere utilizzato per interventi sul miglioramento dell’impatto ambientale dell’olivicoltura, almeno il 30% destinato al miglioramento della qualità della produzione e il 15% per interventi sul sistema della tracciabilità, della certificazione e della tutela della qualità dell’olio di oliva e delle olive da tavola, in particolare il controllo degli olii venduti ai consumatori finali.
Nel dettaglio, per interventi sul miglioramento dell’impatto ambientale dell’olivicoltura si intendono le operazioni di mantenimento degli oliveti ad alto valore ambientale e paesaggistico e a rischio abbandono, ubicati per lo più in aree dalla situazione orografica difficile, l’elaborazione di buone pratiche agricole per l’olivicoltura basate sui criteri ambientali adattati alle condizioni locali nonché loro diffusione e monitoraggio, la dimostrazione pratica di tecniche alternative all’impiego di prodotti chimici per la lotta alla mosca dell’olivo e di tecniche olivicole finalizzate alla protezione dell’ambiente e al mantenimento del paesaggio quali la coltivazione biologica, la coltivazione a bassi consumi intermedi, la protezione del suolo limitando l’erosione o la coltivazione integrata, nonché le iniziative per la protezione delle varietà rustiche e delle varietà a rischio estinzione.
Gli interventi per il miglioramento della competitività dell’olivicoltura attraverso la modernizzazione saranno tesi all’innovazione dei sistemi di irrigazione e delle tecniche colturali con introduzione di sistemi digitalizzati, la sostituzione degli olivi poco produttivi con nuovi olivi, la formazione dei produttori sulle nuove tecniche colturali e le iniziative di formazione e comunicazione.
Sulla qualità della produzione, gli interventi mireranno al miglioramento delle condizioni di coltivazione, raccolta e magazzinaggio delle olive prima della trasformazione e connessa assistenza tecnica, al miglioramento varietale degli oliveti e alla valorizzazione dei residui della produzione, all’assistenza tecnica all’industria di trasformazione oleicola, alla costituzione e miglioramento dei laboratori di analisi delle caratteristiche organolettiche e fisico-chimiche degli olivi di oliva vergini, nonché alla formazione di panel di assaggiatori per l’analisi sensoriale.
Infine, saranno finanziati interventi per la progettazione e la realizzazione di sistemi di tracciabilità di filiera certificati, la realizzazione e la applicazione pratica di sistemi di certificazione volontaria della qualità basati su un sistema di analisi del rischio e di punti critici di controllo nonché la progettazione, realizzazione e gestione di sistemi di controllo del rispetto delle norme di autenticità, qualità e commercializzazione dell’olio di oliva e delle olive da mensa immessi sul mercato.