Riceviamo e pubblichiamo la nota di Francesco Cannizzaro, Coordinatore Regione Basilicata Noi con l’Italia (verso Noi Moderati):
“Mentre il dottore studia il malato muore.
Senza gridare al paradosso è tutto in questo detto lo stato in cui versa la sanità lucana.
A leggere i giornali di questi giorni troviamo all’unisono grida di allarme di tutti i principali protagonisti del comparto.
Il Presidente dell’Ordine dei medici sottolinea la ormai endemica carenza di dottori dovuta alla scarsa attrattività della nostra regione per i giovani professionisti.
Gli fa eco un importante sindacato che pone l’attenzione sulla carenza di personale sanitario tra infermieri e medici.
Tutte le associazioni di rappresentanza della sanità privata invocano maggiori risorse economiche, ormai insufficienti rispetto al numero di prestazioni richieste dai pazienti.
Infine, ma non per importanza, la denuncia da parte di una cittadina lucana: visita prenotata a fine 2024.
Che la sanità lucana sia da tempo un paziente in fin di vita non è cosa di questi ultimi tempi: le ragioni sono da ricercarsi nella gestione poco scrupolosa degli ultimi 15 anni e nelle scelte politiche delle varie Giunte che in questo periodo si sono succedute alla guida della Regione.
Quanto si è visto in quest’ultima legislatura, però, non ha forse precedenti nella storia: mai d’altronde il coro di protesta è stato cosi unanime.
A parere di chi scrive le ragioni sono piuttosto evidenti: al contrario del passato, dove si gestiva male, oggi la sanità in Basilicata è da troppo tempo orfana di una guida vera.
Il dipartimento sanità ha visto succedersi in 4 anni ben 5 Direttori Generali, la maggior parte venuti da fuori regione, con buona pace dei numerosi professionisti lucani che per anni hanno “tirato la carretta” in maniera più che dignitosa.
Escludendo l’A.O.R. San Carlo che pure non gode di ottima salute, le altre aziende sanitarie regionali sono rimaste per lunghissimi periodi senza una guida che avesse una qualche legittimazione politica: il Crob non riesce a vedere la luce, trainato part time dal Direttore Generale dell’ASM, anch’essa straniera, sulla cui guida nell’azienda materana pure c’è stata più di qualche polemica e l’ASP, guidata per quasi due anni da un direttore sanitario facente funzioni, sostituito di recente dall’ennesimo “Papa straniero”, dopo che l’ultimo direttore generale è stato maldestramente defenestrato come fosse l’unico responsabile della mala gestio della sanità lucana, salvo poi scoprire che la sua unica “colpa” era quella di essere stato nominato dalla giunta precedente.
Mentre tutto questo accadeva ai vertici di tutti i più importanti organi della sanità, i proclami su imminenti salvifiche soluzioni di ogni problema si sono susseguiti con trionfalistica e irriverente puntualità.
Eppure si sono fatti sempre più frequenti i cori di protesta e le grida di allarme provenienti dal mondo sanitario, quello che vive e opera al di fuori delle pareti ovattate dei palazzi, dove i malati si toccano insieme alla loro sofferenza.
E’ giunto, credo, il tempo che qualcuno apra, non dico le porte, ma almeno le finestre del palazzo e ascolti, aprendosi al confronto, critiche e soluzioni che vengono dal popolo, quel popolo fatto di professionisti che conoscono la sanità della nostra regione e la praticano da tutta una vita.
Le liste d’attesa, l’insufficienza di medici e infermieri, la mancanza di fondi sufficienti perché le strutture private possano compensare le inefficienze di quella pubblica, sono tutti problemi per la cui soluzione è necessario ponderare, studiare, programmare e attuare delle scelte realistiche e durature, che diano continuità e sicurezza agli operatori e alla popolazione.
Come può farsi tutto ciò che è necessario se si cambiano i vertici della sanità in continuazione, oppure non si nominano neanche o, ancora, per la soluzione dei problemi ci si rivolge a professionisti di fuori regione, dalla competenza indiscutibile, ma che pagano senza dubbio la mancata conoscenza del contesto in cui sono chiamati ad operare?
Sebbene il tempo abbia il grande pregio di sbiadire i ricordi e alleviare i dolori, è bene forse ricordare quanto la nostra comunità abbia pagato la gestione approssimativa della pandemia.
Anche in quel caso qualcuno aveva suggerito maggiore rispetto e maggiore coinvolgimento di professionisti lucani per far fronte all’emergenza, ma senza ottenere alcun risultato.
Ma questo è quello che accade quando la politica si sostituisce ai dirigenti avocando a sé ogni potere.
La legislatura volge al termine, di acqua sotto i ponti ne è passata e con essa anche le innumerevoli responsabilità dei governi regionali precedenti a questo, ma ancora, nonostante i ripetuti proclami fatti, all’orizzonte risultati non se ne vedono.
Come detto all’inizio, mentre il medico studia la cura, il paziente muore: mai espressione della saggezza popolare risulta più appropriata.
Oggi è però il tempo di cambiare rotta e intervenire con forza, competenza e decisione.
La Sanità deve essere il primo punto del programma di Governo del Centro Destra per la Basilicata.
E’ questo che chiedono i lucani”.