BASILICATA: QUESTO PARCO RICEVE UN PREMIO INTERNAZIONALE DALLA COMMISSIONE EUROPEA!

Grandi soddisfazioni per la nostra regione che ha visto uno dei suoi più grandi polmoni verdi ricevere un prestigioso premio internazionale a Bruxelles.

Si tratta del meraviglioso Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane che aderendo al progetto “RiCoPri” ha ricevuto, dalla Commissione Europea, il premio come uno dei migliori progetti internazionale Life Nature 2016/2017.

A darne notizia Mario Altante e Marco Delorenzo, rispettivamente presidente e direttore del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane.

L’area del Parco naturale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane copre una superficie di 27.027 ettari ricompresi nei confini dei comuni di Accettura, Calciano ed Oliveto Lucano in provincia di Matera, e Castelmezzano e Pietrapertosa in provincia di Potenza.

Il Parco protegge e salvaguarda un’ampia area posta al centro del territorio regionale con importanti valori naturalistici, storici ed etno-antropologici:

  • la foresta di Gallipoli Cognato estesa per oltre 4.200 ettari;
  • il bosco di Montepiano formato da imponenti esemplari di cerro;
  • macchia mediterranea con residui nuclei di leccio;
  • rocce di arenaria, che formano i bizzarri profili delle Dolomiti Lucane di Castelmezzano e Pietrapertosa;
  • i resti della fortificazione della città lucana edificata nel IV sec. a.C. sulla sommità del Monte Croccia.

Per quanto riguarda il premio ricevuto ieri a Bruxelles nella nota dell’Ente Parco si legge:

“Per entrare nel dettaglio dell’evento all’interno del quale il progetto RiCoPri è stato premiato come miglior progetto Life Nature, possiamo sottolineare che il sistema di valutazione dei progetti completati finanziati attraverso il programma LIFE è stato inizialmente introdotto dalla Commissione per la componente LIFE-Ambiente, su iniziativa di Svezia e Paesi Bassi.

Una serie di criteri di “migliori prassi” è stata concordata dalle autorità nazionali in una riunione nella città di Malmö, in Svezia (27-28 aprile 2005).

Questi criteri hanno affrontato le questioni chiave del contributo dei progetti a miglioramenti ambientali, economici e sociali immediati e a lungo termine; il loro grado di innovazione e trasferibilità; la loro rilevanza per la politica e la loro efficacia in termini di costi.

Dal 2009, questo esercizio è stato esteso anche ai progetti LIFE Natura.

Il progetto RI.CO.PR.I. ha come obiettivo principale il recupero e la conservazione di habitat prioritari legati alle praterie aride:

“Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) (*stupenda fioritura di orchidee)” e “Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea”.

Due Province, un Parco Naturale Regionale, una Università e un’Associazione di agricoltori, hanno condiviso l’impegno per perseguire i seguenti obiettivi:

• Applicare buone prassi e azioni per proteggere e ristabilire i due habitat e le specie di farfalle ad essi associate, nei 3 siti afferenti alla rete europea Natura 2000 in cui si svolgono le azioni del progetto;
• Ridurre/eliminare le minacce agli habitat e alle specie, in particolare l’abbandono e/o Il pascolo non regolato e l’invasione di specie aliene;
• Stabilire un approccio comune per la protezione a lungo termine di questi habitat basata sul monitoraggio del suono dei 2 habitat delle specie di farfalle che da essi dipendono;
• Aumentare il livello di consapevolezza della popolazione locale e degli stakeholders sull’importanza di tali habitat;
• Stimare il valore economico dei 2 habitat, sia in termini di prodotti (latte, carne e derivati) e di servizi di ecosistema, tenendo conto della documentazione prodotta a livello internazionale, quali, ad esempio, il Sistema di Contabilità Ambientale ed Economica, e il TEEB.

Il progetto si è svolto in tre siti sugli Appennini, 2 nella provincia di Roma e uno nella provincia di Potenza (Dolomiti Lucane), entrambe parte della regione biogeografica Mediterranea”.

Atlante e Delorenzo hanno aggiunto:

“Il risultato è stato il frutto di una progettazione accurata e visionaria, in cui abbiamo coinvolto professionisti che si sono interfacciati con il personale interno del Parco per immaginare e mettere in pratica attività legate al recupero e la conservazione di habitat oggi siamo sempre più impegnati nella messa in rete di soggetti ed esperienze che possano far ripensare le aree protette per collocarle in una filiera che sia in grado di collegare la sostenibilità ambientale, economica e sociale in un’ottica di sviluppo per il territorio.

Per questo motivo siamo fiduciosi che anche le attività di pianificazione sul territorio, a partire dai GAL, dalla progettazione per le Aree Interne e da tutte le misure messe in campo a valere sui vari fondi PSR, FESR, FSE guardino ad una collaborazione fattiva e funzionalizzata al raggiungimento di risultati misurabili in termini di impatto economico e sociale”.