Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del coordinamento ex TIS-RMI USB Basilicata:
“La campagna elettorale è passata e ora dalle facili promesse elettorali bisogna passare ai fatti.
Essendo facili profeti, lo scorso 9 aprile, avevamo già anticipato la miope rappresentazione di quella che è considerata la platea della forestazione regionale: circa 2600 addetti, in mancanza di una visione d’insieme volta all’unificazione dell’intera platea (considerando i mille lavoratori provenienti dalla mobilità in deroga che già da quasi 5 anni sono impegnati in un progetto similare e gestito dal consorzio unico di bonifica e naturalmente le centinaia di lavoratori TIS e RMI, cui era stato promesso l’avvio del loro progetto idraulico forestale).
Per loro ci troviamo davanti alla totale mancanza di una qualsiasi presa di posizione volta a chiarire che idea di stabilizzazione ci si prepari a mettere in atto.
Non possiamo permetterci di tenere al di fuori di un contratto questi lavoratori (mentre sono stati i avviati i cantieri) e permettere che continuino a esercitare le loro mansioni di difesa del territorio a poco più di 500 euro al mese e senza alcun diritto.
Mentre i giochi delle poltrone tengono impegnati eletti e forze politiche, il presidente Bardi non può esimersi dal darci risposte concrete sullo stato dei progetti e se sia stato fatto tesoro delle tante idee che sono state tirate fuori dal cappello in questa fase elettorale (più o meno da tutte le forze in campo).
Tornando alle ultime notizie, avute dall’assessore Casino negli ultimi incontri, si era parlato della costituzione di un fondo di circa 20.000.000 per assicurare la stabilizzazione prevista per tutti i 1800 addetti nel progetto idraulico forestale.
Per la USB questa somma costituisce una dote annuale di circa 11000 euro per addetto; da qui deve partire immediatamente, oltre all’avvio al progetto di forestazione per chi voglia aderire volontariamente, un progetto regionale di inclusione socio-lavorativa presso i comuni con assunzioni fuori dalla pianta organica e retribuiti dalla regione, per una necessaria e legittima contrattualizzazione di tutta la platea, in attesa di una norma nazionale che consenta l’apertura di una vera stabilizzazione: ma intanto uscire fuori dal pantano dei lavori di pubblica utilità trascinati per anni, senza nessun riconoscimento dei diritti del lavoro.
Chiediamo un incontro urgente con il Presidente per avviare da subito la discussione e riprendere le trattative da dove si erano fermate e dare le risposte dovute ai lavoratori interessati”.