“In attesa di numeri precisi e definitivi possiamo affermare senza timore di smentita che al primo giorno di scuola negli istituti lucani mancano tra il 10 e il 15% dei docenti necessari.
Si è riusciti a fare peggio dello scorso anno”.
È il giudizio del segretario regionale Uil Scuola Luigi Veltri, sulla situazione all’avvio del nuovo anno scolastico che da noi ripete la tendenza negativa nazionale, che aggiunge:
“Gli impegni del Ministro Bianchi di avere tutte le cattedre occupate si sono rivelate un’illusione al punto che in tutto il Paese restano vacanti circa 52.000 posti per il personale docente a cui si aggiungono almeno 200.000 supplenti.
Sono solo 35.773 i contratti a tempo indeterminato per i docenti, 9 mila per il personale ATA”.
Veltri denuncia inoltre il fenomeno sempre più diffuso della precarizzazione con almeno 1600 docenti in Basilicata “coinvolti”.
Il Segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile, osserva:
“Lo avevamo detto in tempi non sospetti, e siamo stati anche troppo ottimisti visti i risultati.
Neanche questo anno è stato raggiunto l’obiettivo di coprire almeno il 50% dei posti del personale docente con contratti a tempo indeterminato.
Non sono bastate né le procedure ordinarie (concorsi e graduatorie ad esaurimento), né quelle straordinarie (come quella della I fascia sostegno delle graduatorie per le supplenze) per coprire tutti i posti”.
Sottolinea il segretario Uil Scuola:
“Si continuano ad ignorare i docenti con almeno tre anni di servizio e quelli inseriti nelle seconde fasce delle graduatorie per le supplenze che continuano con esperienza, e grandi sacrifici a far funzionare le scuole, con un contratto a tempo determinato che in molti casi non copre neanche tutto l’anno scolastico”.
Rilancia D’Aprile:
“E intanto si annunciano nuovi concorsi attraverso un nuovo sistema di reclutamento di cui continueremo a chiedere lo stralcio mentre per quelli ancora in atto non ci sono neanche le graduatorie pubblicate.
A questo si aggiunge il caos delle nomine dei supplenti che procedono a rilento con graduatorie provinciali pubblicate piene di errori e ritirate dopo qualche ora e, in alcuni casi, ripubblicate.
Dove le nomine sono concluse sono state falsate da un sistema informatico che (proprio come lo scorso anno) non è riuscito a garantire la correttezza della procedura (ad esempio: docenti riservisti (legge 68/99) o chi aveva la 104/92 per assistenza al familiare, si è visto impropriamente assegnare un incarico scavalcando docenti con più punteggio o collocati in una fascia superiore). Errori che si potevano evitare.
Avevamo indicato in tempi utili e più volte i punti di criticità e suggerito le soluzioni, ma il ministero non ha voluto ascoltarci perseverando negli errori.
Cosa dobbiamo aspettarci ancora?
Non c’è tempo da perdere.
È necessario azzerare tutti gli errori delle graduatorie e ripensare alle convocazioni in presenza, non è più possibile affidare ad un algoritmo il destino di migliaia di docenti.
Poi una riforma del reclutamento che sia seria e soprattutto snella, senza disperdere l’esperienza ‘sul campo’ del personale.
Dobbiamo risolvere definitivamente la piaga del precariato dapprima sfruttato e poi umiliato con forme di reclutamento che prediligono il sapere nozionistico a quello critico e i cui fallimenti sono sotto gli occhi di tutti. Per Veltri infine restano aperte le questioni di sicurezza e contrasto alla pandemia.
Permane forte la necessità di risposte concrete che riguardano la gestione del personale nella fase post–pandemia e le criticità che ogni giorno devono affrontare i dirigenti scolastici, i quali verranno privati dell’organico covid e che continuano a non essere coinvolti nella stesura di protocolli e note tecniche le quali non fanno che scaricare sulle scuole una serie di adempimenti che, per la maggior parte, restano di competenza delle ASL e degli Uffici di Prevenzione.
Emblematica resta la condizione dei lavoratori fragili, sistematicamente ignorata, nonostante le tante sollecitazioni che abbiamo rivolto all’Amministrazione.
Per loro, il 31 luglio, sono scadute anche le minime tutele previste.
Nessuna risorsa aggiuntiva in termini di organici: dopo gli scioperi di dicembre abbiamo ottenuto la proroga dei contratti Covid.
Un intervento tampone che dovrebbe ora trovare una risposta seria e strutturata nel tempo”.