Con l’approvazione, in commissione Agricoltura del Senato, della Risoluzione sulla fauna selvatica, si è finalmente sulla buona strada per affrontare in modo organico, unitario e puntuale l’emergenza ungulati, arginare i danni su agricoltura e zootecnia, scongiurando tra l’altro il rischio costante di incidenti sulle strade e sempre più anche nelle città.
Così la Cia-Agricoltori commenta positivamente l’ok al documento in cui trovano ascolto tante delle istanze del mondo agricolo e dell’organizzazione.
In Basilicata la Cia-Agricoltori, dando voce alle proteste di allevatori e agricoltori, ha raccolto migliaia di firme a sostegno di una petizione per sollecitare la Regione ad intervenire:
“Da troppo tempo, cinghiali e lupi sono in costante aumento e rappresentano una presenza sempre più pericolosa, anche perché non è stata controllata.
Sta diventando insostenibile per tutti, non soltanto per il mondo agricolo o per gli allevatori, perché entrano nelle città, nei paesi, e un cinghiale non va sottovalutato, specie quando è affamato”.
Sottolinea Cia Basilicata, rinnovando le proposte della Confederazione:
“Servono regole certe.
Noi chiediamo prima di tutto non un indennizzo ma un risarcimento danni, che deve essere congruo e immediato, e un controllo della fauna selvatica.
Si tratta di invertire la rotta sulla questione degli animali selvatici diventata insostenibile in tutto il territorio, aggiornando una legislazione obsoleta e totalmente carente sia sul piano economico che su quello ambientale.
Sono circa 2 milioni di euro, solo in Basilicata, i risarcimenti per danni alle colture agricole (in gran parte ortofrutticole, vigneti e uliveti pregiate), circa 500 mila euro per aggressione a mandrie e greggi da lupi e altri animali selvatici e mediamente intorno a 800/1 milione per risarcimento per incidenti e danni auto a mezzi e strutture varie.
Con queste risorse finanziarie è possibile mettere in campo un grande progetto della filiera agro-faunistica-venatoria integrata e sostenibile che potrebbe nella nostra regione capovolgere un problema ‘in opportunità’, in coerenza con i processi di riqualificazione ambientale, paesaggistica dello spazio rurale, quale punto di forza e leva di sviluppo sostenibile e diffuso in Basilicata”.
Secondo il presidente nazionale di Cia, Dino Scanavino:
“Si riconosca il problema fauna selvatica quale emergenza nazionale.
L’approvazione del testo dimostra, dunque, la doverosa attenzione alle sollecitazioni degli agricoltori e di Cia, sostenute dalla prova dei fatti e dei numeri: 2 mln di ungulati in circolazione, oltre 200 mln di danni all’agricoltura e 469 incidenti, anche mortali, in quattro anni.
Ora il Governo deve fare la sua parte dando seguito agli impegni richiesti dalla Risoluzione, frutto di un periodo anche troppo lungo di audizioni e confronti, ma in grado, attraverso 21 punti dettagliati, di sbloccare l’impasse che si concentra in primo luogo in una legge sulla gestione della fauna selvatica, datata 1992″.
In particolare, nelle parole del presidente di Cia:
“Il richiamo alla proposta di riforma della Legge 157/92 presentata dall’organizzazione nel 2019 con il lancio del progetto “Il Paese che Vogliamo” e, citando il testo approvato in Comagri al Senato, l’appello a superare definitivamente il problema dello squilibrio nel nostro territorio con interventi urgenti per semplificare e uniformare in tutto il Paese, le procedure relative ai rimborsi dei danni e per ripensare la gestione della faunistica, dal censimento all’ampliamento dei soggetti coinvolgibili nel controllo, compreso il ruolo degli agricoltori.
Abbiamo chiesto recentemente un incontro ai ministri Stefano Patuanelli (Agricoltura), Lamorgese (Interni) e Cingolani (Transizione ecologica), perché siamo pronti da tempo a contribuire, come anche dimostrato, negli ultimi anni, con i tanti tavoli attivati sul territorio con istituzioni, enti e realtà locali. Bene che nella Risoluzione approvata in Senato si chieda impegno al Governo, affinché dia subito forma con ministeri, regioni, province e associazioni tutte, a una cabina di regia per definire un programma di interventi e le necessarie modifiche normative per la sua attuazione.
Infine si risponda anche alla necessità di efficaci piani faunistici per una stabile coesistenza fra attività agricole, protezione ambientale e incremento della biodiversità, in linea con quanto previsto dall’Unione Europea”.