Anche una delegazione di Federmep, associazione che rappresenta le imprese e i liberi professionisti del settore Matrimoni ed Eventi privati, ha partecipato ieri al presidio di protesta a Roma con ristoratori e partita Iva.
La presidente Serena Ranieri:
“Dicembre è il mese degli eventi aziendali, delle cene, delle feste.
Tutto cancellato, come prevedibile.
Ma il governo pensa bene di perseverare diabolicamente negli errori – codici Ateco e parametri temporali – continuando ad ignorare la gravità della situazione per molte categorie economiche, come le decine di migliaia di imprese del nostro comparto.
Abbiamo percorso le vie istituzionali cercando il confronto costruttivo con il governo anziché le manifestazioni di piazza.
Ma evidentemente, nonostante le promesse e gli impegni, il nostro senso di responsabilità non è stato corrisposto.
Di fronte a questa colpevole ignoranza siamo tornati in piazza a Roma a sostegno del presidio di MIO Italia per far sentire la voce degli invisibili, le decine di migliaia di imprenditori che nella vita realizzano sogni e che ora vivono un incubo”.
Ecco quanto evidenzia Sabrina Cannas, che oltre a gestire gli eventi al Grand Hotel PianetaMaratea, è delegata territoriale per la Basilicata di FederMEP:
“Stiamo assistendo alla morte per soffocamento di in comparto importante per il turismo e l’immagine della Basilicata tutta”.
Nel dettaglio:
“Come tutto il comparto turistico, e ancor più per le specificità, il settore ha subito una perdita senza precedenti.
Le attuali proiezioni stimano per il 2020 la cancellazione di circa l’80% degli eventi previsti e una perdita del fatturato che si attesta tra il 85% ed il 95% (con tantissimi operatori al 100%, e oltre se si considera la restituzione degli acconti).
Inoltre, per la strutturale necessità di tempi di pianificazione medio-lungo e per la difficoltà dei clienti nel prendere degli impegni in uno scenario incerto, le prospettive oggi per il 2021 sono estremamente negative in quanto la mancanza di capacità di spesa diminuirà enormemente la domanda (si prevede un potenziale – 65% sul biennio 2020-2021).
Questo sta creando problemi che il comparto non è in grado di sopportare né assorbire.
Migliaia di aziende hanno già dichiarato la liquidazione o hanno iniziato le procedure fallimentari, e migliaia di nuovi fallimenti sono attesi nei prossimi mesi.
L’impatto di questi fallimenti non riguarda solamente le singole aziende ed i propri dipendenti, ma l’intera supply chain (gestione della catena di distribuzione) a cui vengono a mancare decine di fornitori consolidati”.