L’Assessore alle Politiche Agricole e Forestali, Luca Braia, si esprire sull’articolo 41 del Decreto Genova e quindi sullo sversamento dei fanghi in agricoltura.
Ritenendosi contrario a questo articolo, invita tutti a “preservare le biodiversità regionali, tra le prime in Europa per numero di specie animali e vegetali, e di tutelare i terreni agricoli e le falde”.
Ecco cosa ha dichiarato:
“La contrarietà della Basilicata all’art.41 del Decreto Genova è netta e ci batteremo in ogni sede per preservare i nostri campi e il nostro territorio.
Con personale soddisfazione e a nome del comparto agricolo tutto ringrazio il Consiglio Regionale della Basilicata per l’importante posizione politica assunta ieri sera, approvando a maggioranza, con il solo voto contrario guarda caso del Movimento 5 Stelle, un ordine del giorno collegato al provvedimento sull’agricoltura sociale, concordato e proposto dal capogruppo PD Vito Giuzio e dal consigliere Franco Mollica.
Ho già chiesto di inserire all’Ordine del Giorno della Commissione Politiche Agricole che si terrà il 28 novembre prossimo il tema dello sversamento fanghi in agricoltura, chiedendo al coordinatore Di Gioia e ai colleghi Assessori di tutte le altre Regioni l’integrazione nel dossier delle criticità del comparto agricolo da ripresentare al Ministro Centinaio, dopo l’infruttuoso incontro del giugno scorso.
La battaglia per la modifica sostanziale o soppressione dell’articolo 41 è stata messa in campo e sarà portata avanti insieme ai parlamentari lucani del PD Margiotta e De Filippo.
Nel DL n.109/2018 il Governo ha infilato, come sappiamo, anche le disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione, rivedendo, tra gli altri, i parametri relativi ai fanghi utilizzabili in agricoltura al cui interno sono ricompresi sostanze cancerogene come i metalli pesanti (Selenio, Berillio, Arsenico, Cromo) e gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).
Non possiamo oggi vanificare ciò che la Regione Basilicata in questi anni ha messo in atto, attraverso la programmazione PSR 2014/2020, come le politiche di sostegno alle produzioni biologiche ed integrate (basso uso fitofarmaci) per oltre 100 milioni di euro su una superficie di oltre 100.000 ettari, pari a circa il 20% della SAU regionale.
Va inoltre ricordato che nella nostra regione ci sono oltre 230.000 ettari di territorio sensibile da tutelare ricomprese in numerose aree protette (parchi nazionali e regionali, aree Sic, Zps, Zsc oltre che riserve naturali).
Estrema è, allora, l’importanza di preservare la biodiversità regionale, tra le prime in Europa per numero di specie animali e vegetali, e di tutelare i terreni agricoli e le falde.
Non possiamo permettere che la Basilicata, già interessata da iniziative che mettono a rischio l’ambiente, diventi territorio di strumentali interessi speculativi, magari del Nord, dove possa essere conveniente per qualcuno riversare fanghi di cui sono stati elevati i limiti di pericolosità per decreto, senza motivazione alcuna.
La qualità e la quantità di idrocarburi presenti nei fanghi, previsti da Decreto, costituisce un grave pericolo per i terreni e le falde acquifere con grave danno potenziale alla salute dei cittadini, alla nostra agricoltura, alle nostre acque, alla biodiversità.
Come da invito contenuto nell’ordine del giorno, studieremo e metteremo in campo ogni azione per vietare l’applicazione in Basilicata di questa scellerata scelta del governo, facendo fronte comune con altre regioni nella Commissione Politiche Agricole, e inoltre invieremo la mozione a tutti i parlamentari lucani con la richiesta di abrogazione, in sede di conversione in Legge, dell’Art.41 del Decreto Genova.
La nostra agricoltura di Basilicata continuerà a utilizzare esclusivamente metodi di concimazione naturali e comunque fertilizzanti minerali, così come previsto dal programma di azione regionale per la tutela delle acque da inquinamento da nitrati di origine agricola nelle aree vulnerabili e nelle linee guida per le aree non vulnerabili, di prossima emanazione.”