“Un altro tassello che fa della Basilicata un luogo unico sul versante agrario-rurale e ambientale-paesaggistico che può gettare le basi per il grande distretto della ruralità e della qualità enogastronomica, ripartendo da Matera 2019 e passando attraverso la sostenibilità e la green economy e la transazione ecologica ed energetica”.
È il commento della Cia-Agricoltori Basilicata, delle sue Associazioni d’impresa Agia-Giovani Imprenditori, Donne in Campo e Turismo Verde oltre che da “Basilicata Rurale”, Associazione Culturale e promozionale delle realtà rurali e agrarie di Basilicata che opera dal 2013, per l’approvazione all’unanimità della LR che istituisce la giornata di studio internazionale della ruralità.
Si sottolinea:
“Si tratta di un’iniziativa che assume diversi significati nella nostra regione in quanto racchiude economia, produzioni, imprenditorialità, saperi, sapori-gastronomia ma anche significato storico culturale, tradizioni folclore.
La tutela e la valorizzazione della cultura, del paesaggio rurale storico, ‘frutto’ delle pratiche rurali tradizionali e secolari sono un obiettivo da perseguire anche per il riconoscimento dovuto all’agricoltura eroica, fatta di una tradizione millenaria di contadini, che hanno tramandato di padre in figlio pratiche e saperi che oggi costituiscono l’identità di questi paesaggi.
Si tratta di un riconoscimento che rinforza il sostegno all’agricoltura locale, conservando le tradizioni, in quelle zone che conservano evidenti testimonianze della loro origine e della loro storia, mantenendo un ruolo nella società e nell’economia”.
Per la Cia-Agricoltori:
“tenuto conto dei piani nazionali legati al Recovery Fund, le aree rurali che – soprattutto per effetto della pandemia, stanno vivendo un momento d’emergenza specie in Basilicata dove quattro-quinti dei nostri comuni sono classificati in aree montane-interne – devono essere parte integrante di ogni progetto per la ripartenza.
Per questo i distretti del cibo e i distretti rurali sono importanti perché vanno verso la direzione della cooperazione e dell’integrazione tra le varie forze che vivono il tessuto sociale ed economico di questi territori.
È chiaro che pensare che ognuno possa andare avanti per conto suo all’interno di un mercato globale diventa difficile, se però si comincia a fare sintesi, anche attraverso questi nuovi strumenti, integrando le forze del territorio, ecco che questa è l’unica arma per superare questo momento storico.
Ma i distretti vanno riempiti di contenuti (anche culturali e progettuali) ed infrastrutturati”.