Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa di Ilaria Ciani, vice commissario Udc Bernalda (MT):
“La pandemia ha messo in evidenza l’incapacità di proteggere la vita, la salute e i diritti delle persone con disabilità e anziane durante il Covid.
Cosa ci ha insegnato quindi la pandemia?
Che il mondo non era pronto ad affrontare un contagio globale e che non è stato in grado di proteggere le categorie più deboli della popolazione.
Misure anticovid inadeguate soprattutto negli istituti, minore accesso all’assistenza sanitaria, è saltato il supporto della comunità di appartenenza e si è registrato un maggiore impatto del virus su alcuni gruppi di persone con disabilità più fragili, come i bambini, le donne, i senza fissa dimora e gli anziani.
Molti di loro infatti non hanno avuto spiegazioni, si sono sentiti abbandonati e soli.
L’unica rete che ha funzionato è stata quella fatta da associazioni, terzo settore e volontariato: tutto comparto che si è rimboccato le maniche con amore e dedizione.
La pandemia ha evidenziato criticità già presenti e preoccupanti a livello mondiale, nazionale e regionale ed è un’ulteriore mannaia per questa frangia tanto debole quanto speciale della popolazione, in quanto il territorio registra una presenza di competenze e professionalità preparate ed efficienti secondo i bisogni e le necessità che il caso specifico richiede ma poco coinvolti o per niente presi in considerazione da chi aveva il potere di farlo.
Bisogna passare per i suddetti motivi a un welfare di comunità, di prossimità, di appartenenza e ad una Sanità territoriale, che riconosca i diritti individuali delle persone disabili e li metta così al centro come persone nella loro unicità e voglia di rinascita”.