Per le famiglie con un contratto del gas sul mercato tutelato da ottobre sono attese modifiche per quanto riguarda la modalità di aggiornamento dei prezzi.
I valori non saranno aggiornati più ogni 90 giorni ma ogni mese.
È quanto fa sapere Arera, Autority per l’energia, in un comunicato.
La ragione di questo cambiamento è stata giustificata dall’“incertezza e prezzi alti”.
Spiega il comunicato:
“L’ulteriore drammatica crescita dei prezzi all’ingrosso dell’energia, legata al conflitto in Ucraina e alla riduzione dei flussi di gas praticata dalla Russia, ha portato l’Autorità ad introdurre misure a tutela dei consumatori e a garanzia della continuità delle forniture”.
Dal 1° ottobre, con il prossimo aggiornamento tariffario, cambia il metodo di aggiornamento dei costi della materia prima gas per le famiglie che sono ancora nelle condizioni di tutela (oggi circa 7,3 milioni di clienti domestici, su un totale di 20,4 milioni, il 35,6% circa).
Dice l’Autority:
“Anche per intercettare in modo immediato le eventuali iniziative nazionali ed europee di contenimento dei prezzi, l’Arera ha deciso di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso, ma la media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso PSV italiano1, aumentando al contempo la frequenza di aggiornamento del prezzo che diventa mensile, non più trimestrale”.
Il nuovo metodo, legato alla situazione di emergenza, sarà in vigore fino al termine della tutela gas, ad oggi previsto a gennaio 2023, termine che l’Autorità ha chiesto più volte venga allineato a quello del fine tutela elettrico, previsto per gennaio 2024.
Il presidente dell’Autorità, Stefano Besseghini, afferma:
“Prezzi troppo elevati, una guerra in corso ed un chiaro uso del gas come leva geopolitica ci chiamano ad interventi straordinari, per cercare di garantire la difesa del consumatore e la sicurezza della fornitura.
Il ricorso ad un meccanismo più dinamico di formazione del prezzo permetterà di non trasferire al consumatore i costi di copertura del rischio e di trasferirgli invece, immediatamente, i vantaggi derivanti da eventuali decisioni, come il tetto al prezzo del gas, che si dovessero assumere a livello europeo”.
Con il meccanismo deliberato dall’Autorità, si riduce il rischio che i venditori non siano in grado di garantire la propria operatività e quindi le forniture ai propri clienti, minimizzando il pericolo che le famiglie siano costrette a ricorrere ai servizi di ultima istanza e gli stessi venditori al servizio default, pregiudicando l’intero equilibrio economico della filiera gas italiana con costi aggiuntivi che verrebbero socializzati.
Il nuovo metodo di aggiornamento facilita il reperimento dei volumi necessari per soddisfare la domanda, grazie alla riduzione dei rischi oggi legati alle differenze tra le quotazioni forward utilizzate per l’attuale aggiornamento di tutela e il prezzo spot a cui è possibile approvvigionare la parte di consumi non prevedibile in vista dell’inverno.
Naturalmente, come più volte ricordato dall’Autorità, a questi interventi è necessario affiancare iniziative nazionali e internazionali per ripristinare l’equilibrio tra domanda e offerta, come la riduzione della domanda su base volontaria e l’identificazione di meccanismi per la gestione di interventi in caso di emergenza, come richiamato anche nella segnalazione a Parlamento e Governo trasmessa in data odierna.
Con il nuovo metodo di aggiornamento, il valore della componente materia prima per la tutela gas verrà pubblicato sul sito dell’Autorità all’inizio di ogni mese successivo al mese di riferimento.
Vengono introdotti specifici obblighi di trasparenza a carico dei venditori che, in caso di necessità di ricalcoli di prezzo rispetto a quanto precedentemente fatturato, dovranno non solo darne opportuna informazione in bolletta (come previsto dalle regole della Bolletta 2.0), ma anche creare un’apposita sezione sul proprio sito internet per spiegare, in maniera chiara e comprensibile, il motivo del ricalcolo e la modalità di determinazione dei prezzi.
Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, afferma:
“E’ un’ottima notizia!
Accolte le richieste che facevamo da mesi all’Authority.
Ora però anche il Governo Draghi deve fare la sua parte e intervenire immediatamente per rinviare la scadenza del mercato tutelato del gas prevista per il 1° gennaio 2023, come chiede oggi Arera e ha già chiesto da mesi”.
Contrario il Codacons che è a favore di un aggiornamento annuale:
“Una previsione su un intervallo di tempo molto ridotto non si presta a fungere di riferimento per la stima dei costi di acquisto che i consumatori dovranno affrontare nel corso dell’anno.
E i consumatori rischiano così di subire la variabilità dei prezzi dell’energia.
Siamo invece favorevoli alla scelta di non utilizzare più come riferimento le quotazioni a termine del mercato all’ingrosso ma la media dei prezzi effettivi del mercato all’ingrosso PSV italiano”.
Assoutenti è scettico su questa decisione:
“La validità della misura varata oggi da Arera dovrà essere verificata sul campo, per capire se determinerà benefici o, come molti temono, svantaggi per le famiglie.
Ciò che è certo e molto grave è che Arera abbia provveduto a decidere un cambiamento così importante senza avvisare preventivamente le associazioni dei consumatori e senza un confronto con chi rappresenta coloro che pagano le bollette”.