Dopo la bella esperienza vissuta per anni da due turisti inglesi innamorati di Matera, nei giorni scorsi il padovano Enzo Zatta ha raccontato in una lettera scritta al sindaco Domenico Bennardi, le emozioni di una recente visita nella città dei Sassi, alla testa di una cordata di 16 cicloturisti veneti.
Durante la traversata della regione da costa a costa, i cicloturisti si sono fermati a Matera e, come racconta Zatta, sono rimasti tutti particolarmente colpiti da una città ritenuta straordinaria.
Quella dei cicloturisti veneti è stata un’esperienza immersiva, grazie anche all’archeologa Ester Annunziata, che ha raccontato loro i segreti di una città per certi versi misteriosa.
Zatta descrive Matera come luogo unico al mondo, di cui ci si innamora al primo sguardo e per sempre.
Bella e suggestiva la descrizione della gravina fatta dai turisti veneti, che hanno parlato del ponte di legno sul torrente, di Murgia Timone e della natura stessa del tufo di Matera.
I turisti sono stati colpiti anche dal seicentesco palazzo Lanfranchi, oggi museo dell’arte medioevale e moderna, con opere fiamminghe e quadri di Carlo Levi.
Minuziosa la descrizione di come è conformata la città, con dettagli che sfuggono persino a più di qualche residente, tra “Piano”, Sassi, e centro; quindi la divisione dei Sassi in Civita, Caveoso e Barisano, fino alle grotte preistoriche.
Ai turisti veneti non è sfuggita la storia di Carlo Levi e persino quella dell’acqua lucana, fino al Dopoguerra con l’uscita dai Sassi e la nascita del borgo La Martella.
Un racconto appassionante di Zatta, che con i suoi compagni di viaggio ha letteralmente studiato la città e la sua storia millenaria, fino al 1993 con il riconoscimento nel patrimonio Unesco, e al 2019 con il riscatto definitivo da Capitale europea della cultura.
Così il sindaco Bennardi:
“Colpisce davvero lo studio profondo di questi turisti veneti i quali nel tempo circoscritto di un breve soggiorno, hanno alimentato la passione per Matera e le sue vicissitudini storiche, culturali, monumentali e persino sociologiche.
Un esempio importante anche sulla cifra e la qualità del turismo in città, che non è più solo e sempre consumistico da mordi e fuggi, ma spesso va a fondo nelle radici della nostra storia, attratto dal mistero che Matera sa trasmettere.
Ringrazio questi cicloturisti veneti, e se torneranno da noi, sarò ben lieto di dare loro personalmente il benvenuto.
Vogliamo puntare anche sul cicloturismo per il suo valore e la sostenibilità ambientale.
Un impegno partito a giugno dell’anno scorso, quando ospitammo l’ottava edizione dell’Oscar italiano del cicloturismo”.