Il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi, ha pronunciato oggi, in Consiglio regionale, il seguente discorso:
“Signor Presidente, signori Consiglieri,
purtroppo, ci troviamo ad affrontare la seconda fase della pandemia.
È vero, era nelle previsioni dei tecnici, però gli stessi scienziati non hanno saputo dare risposte univoche sulla virulenza del male che pure ci ha colpiti.
La Basilicata per ora può contare su numeri tollerabili.
I nostri nosocomi e le strutture ospedaliere hanno subito un incremento ancora nella norma.
Questo però, se da una parte ci tranquillizza, dall’altra non può farci sottovalutare il virus e, in attesa del vaccino che verrà, siamo tutti chiamati ad una assunzione di responsabilità.
Da parte della Giunta regionale vi è la massima disponibilità all’ascolto e al confronto però lo voglio dire qui, davanti ai rappresentanti della comunità lucana, un confronto che deve essere chiaro e leale, senza infingimenti, sia pur nella diversità dei ruoli perché sono convinto che tutte le forze politiche presenti in quest’aula mettono il bene della Lucania al primo posto.
Se il virus in Lucania non è stato così aggressivo come in altre parti di Italia, lo dobbiamo al rispetto delle regole di cui va dato atto ai nostri concittadini.
Ed è proprio per questo che mi sono permesso nei giorni scorsi di proporre al governo una diversa modulazione del decreto che ha chiuso interi comparti alle 18 di sera.
La stragrande maggioranza dei nostri comuni infatti è al di sotto dei 5.000 abitanti e quindi anche il decreto del Presidente del Consiglio Conte a mio parere andava modulato secondo le peculiarità delle varie realtà locali.
Ma come sapete così non è stato.
Questo però non mi impedisce di dire quello che penso e di chiedere, nelle forme e nei modi dovuti, la modifica di quanto fino ad ora fatto così come pure credo che sia necessario un ripensamento sulle vicende che riguardano il comparto della cultura.
Che è una delle matrici identitarie del nostro paese.
E anche qui il governo ha preso una decisione senza ascoltare compiutamente le regioni da una parte ma lasciando ad esse la gestione dell’emergenza in totale solitudine.
Sono sempre stato convinto che dobbiamo combattere la pandemia sanitaria unitamente a quella economica.
La regione si è mossa sin da subito con gli atti che voi conoscete in questo duplice obiettivo.
Sul versante sanitario, il tentativo che stiamo ponendo in essere è quello di combattere la pandemia senza però tralasciare le altre malattie.
Per questo abbiamo posto alcune linee di intervento.
Abbiamo deciso che gli ospedali di Potenza e di Matera siano prevalentemente Covid.
Al San Carlo di Potenza vi sono 22 posti letti presso il reparto malattie infettive di cui 4 sono per la terapia sub intensiva; altri 20 posti letti sono utilizzabili presso il reparto di pneumologia.
Al Madonna delle Grazie vi sono 26 posti letti e possono essere aumentati fino a 38 presso il reparto di malattie infettive.
Presso la terapia intensiva del nosocomio materano sono disponibili 15 posti letto, mentre la terapia intensiva del San Carlo di Potenza prevede la disponibilità di 8 posti letto incrementabili di altri 14 presso il dipartimento di emergenza.
Inoltre, presso le strutture a breve intensiva è stata prevista la realizzazione di altri 10 posti attrezzati per sub intensiva con monitor e stanze a pressione positiva.
Sempre a Potenza è possibile attivare altri 19 posti di terapia intensiva presso la cardio chirurgia al lordo delle sale operatorie predisposte per le urgenze.
Infine, presso il gruppo operatorio centrale possono essere attivati ulteriori 5 posti di terapia intensive nella recovery room e convertite in sale di terapie intensiva anche 5 sale operatorie.
Tutto questo è stato possibile prevedendo la giusta dotazione di personale medico ed infermieristico.
Perché come è ovvio non è solo importante possedere le attrezzature, ma è fondamentale avere chi le gestisce.
E sul personale medico posso dirvi che la regione Basilicata ha con mezzi propri previsto l’acquisto di 32 box di bio contenimento per gli ospedali covid di Potenza e Matera con una spesa di oltre un milione di euro.
Abbiamo puntato molto anche sulla prevenzione, per questo sono nate le unità speciali covid – le così dette usco.
Per assicurare ai responsabili territoriali di medicina generale la continuità del servizio assistenziale.
Le 11 unità sono costituite da due medici per turno di 12 ore 7 giorni su 7.
Insieme a questo abbiamo assunto complessivamente 84 infermieri e 4 tecnici di laboratorio biomedico.
Abbiamo poi dislocato 2 unità a Potenza, a Matera, Lavello, Tinchi, Rionero in Vulture, Tricarico, Stigliano, Senise e Lauria unità per l’esecuzione dei tamponi rino-faringei e per la valutazione dei casi clinici sul territorio.
Ieri ho ascoltato – in videoconferenza – tutti i sindaci della Basilicata, insieme al presidente dell’Anci. E’ stato un incontro proficuo, che è servito ad affinare la strategia anticovid.
Con i sindaci abbiamo deciso di sentirci a breve, predisponendo incontri per aree.
Essi rappresentano il vero front office dei nostri comuni e sono il terminale delle preoccupazioni e delle ansie delle nostre comunità per questo oltre che con i loro rappresentanti nell’ambito delle unità di crisi ho cercato e ho voluto questo incontro per confrontarmi anche con loro sulle politiche che la regione sta mettendo in campo per questa seconda fase e per avere utili suggerimenti.
È inutile ricordare che i sindaci sono la massima autorità sanitaria del proprio comune.
Ma sono anche quelli che specialmente nei nostri piccoli paesi possono aiutare all’osservanza delle regole minime che ci siamo dati per impedire la propagazione del virus.
Con loro ho fatto alcune considerazioni che voglio proporre anche a quest’Aula.
L’Attuale fase dell’emergenza epidemiologica si caratterizza per alcuni dati che per la Regione Basilicata non sono negativi e pongono la regione tra le più virtuose in Italia.
L’indice RT di poco superiore al valore di 1 ne fa testo.
La prima fase è stata caratterizzata dalla necessità di rispondere, pur non essendo preparati alla straordinarietà dell’epidemia, con tempestività alla richiesta emergente dai territori.
Abbiamo superato bene la seconda fase ed il periodo estivo durante il quale, grazie al progetto di prevenzione denominato ‘Basilicata 2020: Turismo Covid free’ abbiamo assicurato un controllo sanitario della popolazione residente maggiormente esposta a rischio di contagio da SARS- CoV-2 nelle zone turistiche della regione e, parallelamente, ai turisti.
Oggi ci prepariamo ad affrontare una fase di probabile recrudescenza dell’epidemia (seconda ondata).
Ciò implica uno stretto coordinamento tra gli attori istituzionali interessati sul territorio oltre le azioni di sorveglianza epidemiologica e microbiologica, l’osservanza delle misure di prevenzione e l’attualizzazione delle misure di contenimento/mitigazione ordinarie e straordinarie.
Necessita, in particolare, che i sindaci operino in sinergia ed a supporto del sistema sanitario che occupa, attesa la connotazione sanitaria della problematica, una posizione di centralità.
È opportuno sottolineare che la presa in carico da parte del servizio sanitario dei casi sul territorio implica l’assunzione di responsabilità gestionale degli stessi.
Pertanto, la definizione dei percorsi dei casi e/o dei contatti e le prescrizioni sono, in quanto azioni di stretta pertinenza sanitaria, in capo alla sanità.
Gli altri attori, fatti salvi i rispettivi ambiti di autonomia, concorrono a supporto nell’intero processo di gestione territoriale dei casi.
Gestione che, sia in termini di azioni di identificazione e tracciamento che in termini di adozione di misure di isolamento o quarantena, sarà orientata, oltre che dalle vigenti previsioni normative, linee guida e raccomandazioni di buone prassi, da criteri ed indicatori epidemiologici rispondenti a requisiti di oggettività così come chiarito dalla recente nota del 24.10.2020 del competente dipartimento regionale.
Tanto al fine di ricostituire un criterio di uniformità degli interventi sul territorio e di oggettività che ci consentirà di orientare le risorse e le azioni lì ove esiste una reale necessità.
Altresì, così facendo, avremo la possibilità di adottare provvedimenti commisurati al caso.
Al riguardo, come primo riferimento è assunta la ‘classificazione quantitativa del rischio e della resilienza dei servizi territoriali’ per come elaborata settimanalmente dal ISS.
Nel dettaglio, gli indicatori che quotidianamente verranno elaborati e che si assume prendere a riferimento sono:
– in valori assoluti: numero di casi testati, numero di positivi;
-in valori percentuali: percentuale di casi testati sulla popolazione; percentuale di casi positivi sulla popolazione; percentuale di positivi su casi testati.
Questi saranno i criteri di oggettività che orienteranno gli interventi di sanità pubblica nelle varie aree territoriali sulla base dei principi di appropriatezza e proporzionalità.
Interventi dettati dal sistema sanitario cui le altre istituzioni presenti sul territorio, in primis i sindaci, concorreranno per l’attualizzazione a supporto del competente Dipartimento di Prevenzione per gli ambiti comunali di rispettiva competenza.
Nello specifico supportano le attività delle USCO e del dirigente medico di Sanità Pubblica nelle attività di identificazione, tracciamento e testing dei casi e dei contatti.
Gli obiettivi che così si intende perseguire nell’interesse della collettività sono:
-univocità dei criteri di lettura del fenomeno epidemiologico sul territorio e, quindi, uniformità delle azioni di sanità pubblica.
– modulazione degli interventi orientata al principio inderogabile di proporzionalità degli interventi con ciò evitando azioni sproporzionate, in termini di eccedenza o di insufficienza rispetto alle reali esigenze;
-orientamento degli sforzi e delle energie verso le aree geografiche o i settori del sociale che realmente necessitano di attenzione secondo criteri di appropriatezza e di proporzionalità.
Un’area particolare che richiede azioni convergenti, integrate e sinergiche da parte dei vari attori istituzionali, è quella delle residenze per anziani (case di riposo) che rispondono al regime autorizzatorio da parte dei Sindaci sulla base della preventiva verifica della sussistenza dei requisiti minimi previsti.
Requisiti la cui conservazione va verificata anche in itinere dalle amministrazioni locali. Ancora dii più durante l’attuale fase emergenziale.
Di pari, limitatamente ai requisiti di carattere igienico-sanitario, l’obbligo di verifica è in capo all’azienda sanitaria.
Per gli effetti rimane di stretta prerogativa dei Sindaci la possibilità di revoca dell’autorizzazione a fronte del venire meno dei prescritti requisiti.
Tanto anche in corso di condizioni contingenti quali l’insorgenza di focolai epidemici SARS-CoV-2 all’interno di una casa di riposo.
Fermo restando il supporto sanitario che si dovesse rendere necessario in corso di positività accertate e che viene reso dal Medico di Medicina Generale e dall’USCO di riferimento in concorrenza con il dirigente medico di Igiene e S.P. per gli aspetti di gestione epidemiologica del caso e le connesse prescrizioni/indicazioni, le residuali incombenze sono in capo ai Sindaci quali soggetti autorizzatori all’esercizio delle stesse.
In quanto tali i Sindaci possono, all’occorrenza, adottare poteri sostitutivi e vicariare incombenze non di carattere sanitario ivi compreso il reperimento di strutture in loco alternative e/o di risorse (umane, strumentali, servizi non sanitari, ecc.) finalizzati alla gestione della contingenza specifica nelle case di riposo.
L’amministrazione regionale è impegnata nella costituzione di un altro pilastro fondamentale nella risposta all’epidemia.
L’individuazione di strutture dedicate alla presa in carico e gestione di pazienti CVID-19 positivi asintomatici o paucisintomatici non gestibili a domicilio o pazienti clinicamente guariti e dimissibili dal regime di ricovero ospedaliero ma non ancora negativizzati.
Tali strutture potranno essere utilizzate anche per gli ospiti delle case di riposo che risultino positivi al COVID-19 e che, per condizioni di comorbilità e di particolare fragilità necessitino di un’assistenza sanitaria di intensità medio-bassa.
Mi è costato molto chiedere al sistema dell’istruzione lucano di adottare la didattica a distanza.
So bene l’importanza che la scuola riveste per la formazione e la socialità dei nostri giovani.
Però è chiaro, anche se in via del tutto inconsapevole, che il virus passa anche da lì e che quindi per questo è stata prevista una mappatura di tutto il personale dipendente, docente e non docente, con tampone rinofaringeo e test biomolecolare rapito ed anche su un campione rappresentativo stratificato per genere e fascia d’età della popolazione studentesca.
Sono state anche elaborate ed in via di condivisione e implementazione le misure per l’avvio in sicurezza delle attività didattiche presso l’Università di Basilicata e per la gestione di casi e focolai di Covid.
Sulla vicenda del trasporto voglio essere chiaro.
Il sistema delle regioni non ha avuto una lira di finanziamento in più dal governo nazionale per poter implementare il servizio.
Così anche i comuni.
Ci siamo trovati quindi a fare le nozze con i fichi secchi, come si dice volgarmente, e ognuno si è mosso come poteva.
Da qui le scene di sovraffollamento che avete visto da Torino a Palermo su tutti i mezzi di trasporto, siano essi su gomma o su ferro.
E siccome il lavoro rimane una delle nostre priorità abbiamo istituito il Nucleo Regionale di Valutazione e Indirizzo in materia di Igiene Pubblica e Sicurezza dei Lavoratori di Basilicata a supporto dei datori di lavoro.
Tale nucleo è costituito da figure con specifiche competenze professionali e curriculari nell’ambito della Medicina del Lavoro.
Fermo restanti gli ambiti di specifica ed esclusiva responsabilità del Datore di Lavoro per come previsti dal decreto legislativo 81/2008, sono state rafforzate le attività di vigilanza e controllo nei luoghi di lavoro.
Una particolare attenzione abbiamo anche rivolto agli anziani.
Sono state già mappate tutte le case di riposo per una popolazione totale di 1900 ospiti e 975 operatori.
Che rispondono ad un totale di 90 rsa censite ed abbiamo anche esteso alle strutture accreditate perivate le attività di vigilanza e controllo per gli ambiti di competenza dell’azienda sanitaria locale.
Questa politica di prevenzione ha impedito il propagarsi del virus ed isolato immediatamente i focolai una volta venuti a conoscenza.
È stata anche eseguita la mappatura di tutte le forze dell’ordine presenti sul territorio regionale.
Per queste categorie – considerate giustamente a rischio – è stato anche previsto un ulteriore screening con test biomolecolari rapidi in una previsione di 1.000 al giorno.
Per avere un dato certo è stata implementata l’attività di sorveglianza epidemiologica e microbiologica nell’ottica di attualizzare gli strumenti di differenziazione diagnostica tra sindrome influenzale e covid.
A questo riguardo, la sorveglianza ‘sentinella dei virus influenzali’ attraverso il sistema digitale influ-net sarà integrata dalla sorveglianza della piattaforma digitale che raccoglie tutti i dati relativi al virus sars-cov-2.
Per garantire questa estate un turismo sereno ai nostri ospiti ed ai lucani è stato messo in campo – come ho detto – il progetto di prevenzione chiamato ‘Basilicata 2020: turismo covid free’ per garantire, nei mesi estivi, un controllo sanitario della popolazione residente maggiormente esposta a rischio di contagio da covid e in parallelo, assicurare ai turisti che hanno visitato la Basilicata, procedure efficaci e collaudate per mitigare il rischio.
Il progetto ha riguardato aree della Costa Tirrenica (Maratea), del Parco Nazionale del Pollino e Dolomiti Lucane (Pietrapertosa e Castelmezzano) della Val d’Agri.
Sono infatti state istituite due ulteriori unità Covid presso i presidi Ospedalieri di Chiaromonte (per l’area del Parco Nazionale del Pollino) e di Maratea (per la costa Tirrenica), attrezzate con postazioni-tenda fisse per i turisti volontariamente convenuti al Presidio e postazioni-mobili per i turisti sintomatici ospitati in strutture ricettive dell’area.
A tutte le strutture ricettive è stato inoltre fornito un numero telefonico dedicato per l’attivazione della procedura sanitaria in caso di ospiti sintomatici.
La prevenzione sanitaria si è basata inoltre sul controllo costante dei lavoratori operanti nel settore delle ricettività turistica mediante tamponi naso-faringei periodici eseguiti in 28 comuni per 115 strutture ricettive.
Sono stati testati 742 operatori ed effettuati complessivamente quasi 2100 tamponi.
Oltre alle zone turistiche e con la costante cooperazione delle Prefetture di Potenza e di Matera, è stato avviato il monitoraggio per le problematiche covid-19 della popolazione di lavoratori immigrati impiegati per la raccolta del pomodoro nei territori del metapontino e del vulture-alto-bradano.
In particolare in quest’ultima area, a Palazzo San Gervasio, è stata allestita una struttura di accoglienza dei lavoratori immigrati con caratteristiche strutturali coerenti alle norme anti-covid-19.
Sono stati testati e monitorati 107 lavoratori di otto aziende e. dove necessario messi in quarantena o ospedalizzati.
È in corso il continuo monitoraggio dei migranti ospitati presso il campo di accoglienza di Palazzo San Gervasio, con l’adozione di tutte le altre misure sanitarie necessarie alle persone che sono ospitate presso quella struttura.
Sempre con riferimento al Decreto legge 34 di quest’anno, è stato potenziato tutto il complesso delle attività di assistenza domiciliare integrata sia per i pazienti contagiati sia per quelli affetti da malattie croniche, disabili, con disturbi mentali, con dipendenze patologiche, non autosufficienti, con bisogni di cure palliative e di terapia del dolore.
Per tale scopo, sono implementati la figura dell’infermiere di famiglia e l’attivazione di centrali operative regionali per garantire il coordinamento delle attività sanitarie e sociosanitarie territoriali messe in atto.
L’identificazione, tracciamento e testing l’attività di individuazione dei contatti sarà svolta, sotto la supervisione del dirigente medico di Sanità Pubblica, da personale sanitario adeguatamente formato ed incardinato in una centrale operativa.
La processazione dei tamponi avviene al momento presso il Laboratorio POD di Venosa; il Laboratorio dell’IRCCS-CROB di Rionero in Vulture; il Laboratorio del San Carlo di Potenza; il Laboratorio dell’istituto Zooprofilattico di Foggia; il Laboratorio Laifebrein di Rionero in Vulture (struttura privata accreditata) e due laboratori dell’ospedale Madonna delle Grazie di Matera.
Stiamo lavorando affinché si arrivi entro pochi giorni alla processazione di tampone per il fabbisogno regionale stimato in non meno di 2.000 tamponi al giorno.
Per questo obiettivo, in questo momento la Regione con la sua stazione unica appaltante ha in corso di acquisto 2 estrattori e 2 amplificatori per l’utilizzo di altri 263 mila tamponi già disponibili, con una spesa di oltre 2 milioni e 400mila euro.
Per quanto attiene il governo delle dinamiche alla base della diffusione dell’epidemia un ruolo determinante è attribuito alle azioni di informazione per l’osservanza delle misure di prevenzione (uso di mascherina, distanziamento sociale, lavaggio delle mani, evitare condizioni di rischio come assembramenti).
Tale occasione formativa ho visto coinvolte oltre 1.000 partecipanti nelle tre sessioni ed ha costituito un primo step.
Il secondo vedrà a breve coinvolte le famiglie degli studenti e gli stessi che, in termini di numerosità, rappresentano una popolazione di circa 70.000 unità.
È evidente che, per la portata della platea, tali interventi costituiscono un veicolo di informazione e formazione diretta, immediata e di particolare efficacia a ragione della modalità interattiva di svolgimento.
Per questo abbiamo provveduto, con la Protezione Civile, a distribuire a tutti gli interessati, Enti pubblici e istituzioni, Comuni e a tutti i soggetti di rilevanza pubblica i Dispositivi di protezione individuale sin dall’inizio della crisi pandemica: abbiamo consegnato quasi 15 milioni di mascherine di vario tipo (14.797.000), oltre 360 mila paia di guanti, 67 mila visiere e 76 mila camici, sempre la Protezione Civile lucana ha distribuito 124 mila tamponi e quasi 113 mila reagenti, nonché 400 termometri scanner.
Infine, ritengo che per una sempre maggiore efficacia della comunicazione ho disposto un servizio di portavoce che quotidianamente esporrà i dati aggiornati di diffusione dell’epidemia, con le valutazioni specifiche che arrivano dal territorio e che possa rappresentare una voce univoca delle attività regionali.
Infine è intenzione della Giunta di promuovere una campagna sui mezzi di comunicazione locali proprio sull’emergenza covid per rendere più informata possibile la nostra comunità.
Signor Presidente e signori Consiglieri
Questo è quanto abbiamo fatto nel corso di questi mesi e quanto ci apprestiamo a fare come ho avuto stamattina modo di dire ai rappresentati dell’opposizione.
Vedo spesso nascere polemiche che – al netto dei distinguo di parte – non sono utili alla nostra Comunità.
Lungi la me la voglia di strozzare il dibattito – come diceva Nanni Moretti – ma credo che sia interesse di tutti, in un momento delicato come questo, operare per il bene comune. È questo il mio obbiettivo.
È questo l’interesse della Giunta.
Per vincere questa sfida abbiamo bisogno di tutte le forze presenti in quest’aula ma anche dell’unione della nostra comunità”.