Resta al 5%, a livello nazionale, il tasso di occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid-19 nei reparti di area non critica degli ospedali.
Ricordiamo che si resta in zona bianca se:
- si registrano meno di 50 contagi settimanali ogni 100mila abitanti,
- il tasso di occupazione delle terapie intensive non supera il 10%,
- i posti letto occupati dei reparti ospedalieri non superano il 15%.
Quindi se si supera il 10% per le terapie intensive e la soglia del 15% per i posti letto occupati in area non critica si va in zona gialla.
Per i posti occupati in terapia intensiva ecco la situazione attuale delle singole regioni secondo il monitoraggio giornaliero dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas):
- Abruzzo (1%),
- Basilicata (1%),
- Calabria (2%),
- Campania (3%),
- Emilia Romagna (3%),
- Friuli Venezia Giulia (1%),
- Lazio (6%),
- Liguria (7%),
- Lombardia (2%),
- Marche (con aumento del +1% arriva al 3%),
- Molise (3%),
- PA di Bolzano (2%),
- PA di Trento (1%),
- Piemonte (1%),
- Puglia (3%),
- Sardegna (con aumento del +1%, arriva all’11%),
- Sicilia (con aumento del +1%, arriva a 7%),
- Toscana (4%),
- Umbria (1%),
- Valle d’Aosta (0%),
- Veneto (2%).
Quindi a rischio zona gialla, da lunedì 16 Agosto, la Sicilia e la Sardegna.
Attualmente la Sicilia preoccupa con il 14% dei letti ordinari e il 7% di quelli intensivi impegnati da pazienti Covid.
Non sembra destare preoccupazione, invece, la Basilicata con un tasso dell’1% per le terapie intensive occupate e del 7% per l’area non critica.
Dice Battiston all’agenzia di stampa Ansa:
“Alla luce di questi elementi possiamo dire che questa ondata epidemica è circa 10 volte meno intensa rispetto a quella dell’Ottobre 2020 e quindi con un impatto molto inferiore sul Servizio sanitario nazionale”.