Purtroppo i dati economici dell’appena trascorso Dicembre 2020 non sono tra più rosei.
A questo proposito fa sapere Confcommercio:
“Il 2021 si è aperto con segnali di peggioramento della situazione sanitaria e con il conseguente inasprimento e prolungamento, in molti Paesi, delle misure di contrasto alla pandemia.
Nell’incertezza riguardo alla ‘matematica’ dell’epidemia a causa dell’assenza di una stima dell’efficacia delle misure di contrasto, la collocazione temporale del momento della normalizzazione e, quindi, della ripresa economica, diventa un esercizio di speranza più che di proiezione di tendenze ragionevolmente prevedibili.
Pure immaginando una ripresa nella tarda primavera, assumendo vasta efficacia delle attuali campagne vaccinali in Italia e nei paesi partner commerciali, di fatto le restrizioni all’attività produttiva si protrarranno ancora a lungo.
L’esercizio di realismo cui si è obbligati porta a non escludere un mancato rimbalzo dell’economia italiana nel 2021, deludendo le aspettative di un concreto recupero di ampia parte delle perdite di prodotto e di consumi patite nel 2020.
In termini di consumi l’ICC (indicatore dei consumi confcommercio) segnala, anche a Dicembre, un andamento fortemente negativo con una riduzione su base annua dell’11,1%, comunque migliore del -16,2% di Novembre.
La riduzione della perdita tendenziale deriva esclusivamente dalla componente relativa ai beni, per i quali la variazione sull’anno è stata del –0,6%.
Per molti servizi di mercato, anche in considerazione dell’inasprimento delle misure nell’importante periodo delle festività natalizie, la caduta ha ampiamente superato il 50% nel preconsuntivo di fine 2020.
Le dinamiche settoriali evidenziano a Dicembre un quadro particolarmente articolato, condizionato fortemente dalle restrizioni che hanno colpito, in un mese particolarmente importante per i consumi, soprattutto i servizi.
Come già avvenuto nei mesi precedenti sono i servizi legati alla mobilità ed alla fruizione del tempo libero quelli che hanno segnalato gli andamenti più negativi.
Relativamente ai beni il tentativo delle famiglie di conservare, dove possibile, un’apparenza di normalità durante le festività di fine anno ha portato a moderati recuperi.
Di questa reazione hanno poco beneficiato, nel confronto annuo, sia l’abbigliamento e le calzature (-12,1%) sia i carburanti (-20,7%).
Al di là dei meri confronti mensili il 2020 ha segnalato per molti settori un vero e proprio tracollo della domanda, con riduzioni ampiamente superiori al 50%.
Per molte imprese che operano nei comparti del turismo in senso lato, dei servizi ricreativi, dell’abbigliamento, delle calzature, dei mobili e dell’arredamento, l’uscita dalla crisi diventa sempre più complessa, aumentando la probabilità che molte di queste fuoriescano dal mercato.
Il possibile deciso impoverimento del sistema imprenditoriale italiano rappresenta un ulteriore elemento di criticità per la ripresa e il suo consolidamento”.