Riceviamo e pubblichiamo un comunicato del Sindaco di Tursi, Salvatore Cosma:
“Ieri sera, poco dopo la diffusione dei dati giornalieri da parte del capo della protezione civile Borrelli, il governatore lucano Vito Bardi ha trasmesso un suo messaggio sui social per dire tutto e non dire niente.
Scarsi dieci minuti di registrazione dove abbiamo appreso che nella nostra regione, se ti va bene che ti fanno il tampone, ci vogliono 4 giorni per sapere se sei contagiato o meno: due giorni per farlo e due giorni per avere gli esiti.
Un’eternità se, come tutti ormai sappiamo, a livello nazionale in sette ore si sa già tutto. Questo forse spiega il numero esiguo di tamponi fatti: 2800 in un mese che è scoppiata l’emergenza.
A questo punto i dati che la Task Force ci fornisce si riferiscono a tamponi prelevati e processati quattro giorni prima? Quindi accumuliamo ritardi su ritardi.
Bisogna ritrovare la bussola e non alzare trofei inutili come dire che abbiamo una media di contagiati e deceduti al di sotto della media nazionale.
Ci sono persone che, nonostante abbiano perso i propri cari e presentino sintomi da Covid-19, come il protocollo prevede, ancora non sanno se sono malati o meno.
Ecco perché abbiamo, a suo dire, la media più bassa caro presidente! Perché i tamponi fatti sono pochissimi!
Non è tollerabile che per ottenere un tampone bisogna elemosinare e lo sto vedendo sulla mia pelle visti i fatti che sono successi nella mia comunità.
Sono trascorsi tre giorni da quando abbiamo segnalato il sospetto e finalmente dopo ripetuti e ripetuti solleciti, oggi alle 14.00 si è proceduto ad effettuarlo.
Intanto il sottoscritto e l’intera comunità aspetteremo altre 48 ore, se tutto va bene, per conoscerne l’esito. Roba da pazzi.
Essendo presidente di questa giunta regionale e commissario dell’emergenza, a lei chiediamo ancora solo tre cose in più: IMPEGNO, TRASPARENZA ED EFFICIENZA.
Un Presidente Responsabile della salute e sanità pubblica ora non deve dare solo risposte ma soprattutto certezze.
Deve finire il teatrino dei comunicati e delle interviste sbilenche rilasciate a destra e a manca sparando a dritto su medici di famiglia, sui familiari degli ammalati, sui sindaci e altro ancora, salvo poi sentirla parlare da pompiere che deve spegnere i focolai che vi appiccate da soli.
La Regione non può dribblare e non risolvere una situazione facilmente risolvibile in considerazione di numeri non allarmanti. Numeri che se si sono contenuti è perché i Sindaci si sono messi in trincea, non dormendo notte e giorno per evitare che la situazione andasse a rotoli. Se l’intera Regione avesse messo in campo l’impegno e l’energia dei Sindaci oggi si era già fuori da questo disastro.
Invece avete sottovalutato ed avete guardato i territori dall’alto del vostro scranno con distanza e presunzione.
Definire polemiche strumentali la richiesta di giustizia e verità da parte delle famiglie di sfortunati ammalati che non ce l’hanno fatta è un atto grave. Ma davvero non si riesce a vedere oltre la bagarre politica anche in questa situazione pandemica che riguarda tutti?
Basta guardare indietro dove vi rifugiate sempre affermando che la sanità l’avete trovata a brandelli. I lucani hanno già espresso il loro malcontento anche per la gestione fatta della sanità dalla giunta Pittella, preferendogli la vostra compagine. Ora tocca a voi e un politico di spessore non trova nel passato le giustificazioni del suo fallimento ma nel futuro deve avere gli stimoli e le idee per fare meglio.
Noi sindaci abbiamo imparato questo. Mai disperare sulla situazione che si eredita dal predecessore ma adoperarsi per trovare soluzioni migliori per il futuro.
In tutta questa vicenda insomma, bisogna impegnarsi tutti e smetterla di pensare alle apparenze.
Ognuno per il suo ruolo deve dare il massimo ascoltando i consigli e le richieste e conducendo in porto la nave nel mare in tempesta.
Se il tutto può sembrare difficile chieda aiuto ai tanti medici e amministratori che vi hanno teso la mano per non colare a picco in maniera rovinosa trascinando tutti noi in un baratro che non meritiamo”.