“La sfida contro il virus è ancora dura. Ma questa settimana, in Italia, abbiamo nuovamente Rt sotto 1“.
E’ quanto dichiara il ministro della Salute, Roberto Speranza, che aggiunge:
“È un risultato incoraggiante che ci dice che le misure prese durante le vacanze di Natale hanno funzionato.
Dobbiamo continuare sulla strada della prudenza per resistere nelle prossime settimane e intensificare ancora la campagna di vaccinazione“.
L’Istituto superiore di Sanità, infatti, certifica un indice di contagiosità finalmente inferiore alla soglia di allarme.
Questo il quadro riassunto dal “Corriere della Sera”:
“Dopo 5 settimane di costante aumento l’indice di contagio (Rt) scende e si assesta sotto l’1.
Nella bozza del monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di Sanità, che è quella presa in esame dal governo per le decisioni sul cambiamento di colore delle Regioni, i tecnici hanno certificato un Rt dello 0,97 che non è tanto lontano dall’1, soglia di allarme, e che deve ancora scendere ma che significa comunque una contagiosità più bassa, almeno nella media nazionale, pari a 145 casi ogni 100 mila abitanti.
Luci ed ombre, comunque. La bozza messa a punto con il ministero della Salute ha rilevato una «diminuzione del rischio di una epidemia non controllata e non gestibile nel Paese» ma «in un contesto in cui l’impatto sui servizi assistenziali rimane alto nella maggior parte delle Regioni».
Sono infatti 12 le Regioni con un tasso di occupazione dei posti letto in terapia intensiva superiore alla soglia critica del 30% mentre la media nazionale è scesa sotto questo limite.
Il periodo preso a riferimento dal monitoraggio per calcolare l’Rt (che assieme agli altri indicatori contribuisce a definire il rischio di una Regione), è quello tra il 30 dicembre e il 12 gennaio.
Complessivamente, sono quattro le Regioni e Provincie autonome con una classificazione di rischio alto (la settimana precedente erano 11), undici quelle con rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione nelle prossime settimane) e sei a rischio basso.
Con questo scenario cambieranno colore diverse Regioni, molte sono migliorate; soltanto la Sardegna è peggiorata. Ma non siamo davanti ad un quadro di netto miglioramento generale dell’epidemia, che «resta in una fase delicata», dice il monitoraggio.
Nel dettaglio, tornando all’Rt, che è l’indicatore che secondo i tecnici anticipa i numeri del bollettino (contagi, ricoveri e decessi), vediamo che l’Iss considera:
- ad alto rischio Alto Adige (1,03), Sardegna ( 0,95), Sicilia (1,27) e Umbria (1,05);
- rischio moderato per Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Lombardia (che tornerà arancione), Marche, Molise, Piemonte, Trento, Puglia, Valle d’Aosta e Veneto.
Di queste Regioni, classificate a rischio moderato, 5 hanno però alta probabilità di progressione a rischio alto. Sono: Lazio (0,94), Marche (0,98), Molise (1,38), Trentino (0,9), e Valle d’Aosta (1,12). Qui il bollettino con i dati del contagio di ieri, 22 gennaio.
Le sei Regioni a rischio basso invece sono Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Liguria e Toscana.
Non deve sorprendere il valore alto in una Regione considerata a rischio moderato e più basso in una Regione ad alto rischio perché quel valore va letto nella sequenza temporale e il rischio va calcolato su diversi indicatori oltre all’Rt. «Le misure hanno funzionato, ora bisogna mantenersi prudenti», ha detto il direttore della Prevenzione della Salute Gianni Rezza.
I dati del bollettino di ieri confermano una sostanziale stabilità della curva.
I nuovi casi sono 13.633 in 24 ore (14.078 il giorno prima), a fronte di 264.728 tamponi (molecolari e antigenici), che quasi 3 mila in meno rispetto a giovedì. Il tasso di positività è stabile al 5,1%. In ospedale 21.691 pazienti (-354 da ieri), 2.390 in terapia intensiva (-28). Sempre alto però il numero delle vittime: 472, per un totale di 84.674 morti”.