Nella vicina Puglia sospese le attività in presenza per tutte le scuole:
“Dal 30 Ottobre al 24 Novembre 2020 tutte le scuole di ogni ordine e grado (scuola primaria, scuola secondaria di primo grado e scuola secondaria di secondo grado) adottano la didattica digitale integrata.
Le attività in presenza sono riservate esclusivamente ai laboratori (ove previsti dai rispettivi ordinamenti dal ciclo didattico) e agli alunni con bisogni educativi speciali.
Ogni lunedì, le istituzioni scolastiche devono comunicare all’Ufficio Scolastico Regionale e al Dipartimento della Salute (scuola.salute@regione.puglia.it) il numero degli studenti e il numero del personale scolastico positivi o in quarantena, nonché tutti i provvedimenti di sospensione dell’attività didattica adottati a causa dell’emergenza Covid.”.
Così il Governatore Michele Emiliano:
“La decisione è stata presa di fronte all’evidenza dei dati rilevati dai Dipartimenti di Prevenzione.
L’impegno encomiabile dei bambini, degli studenti e di tutto il personale scolastico non è stato un argine sufficiente a tenere il virus fuori dalle nostre scuole.
Sono almeno 286 le scuole pugliesi toccate da casi Covid. Tutto questo in un solo mese di apertura e nonostante in Puglia la scuola sia iniziata il 24 Settembre, ben 17 giorni dopo altre regioni.
I dati ci dicono che sono almeno 417 gli studenti risultati positivi e 151 i casi positivi tra docenti e personale scolastico.
Questa decisione tiene conto anche dell’appello dei pediatri pugliesi. Ci auguriamo che i dati epidemiologici consentano al più presto il ritorno alla didattica in presenza.
Come spiega il prof. Pier Luigi Lopalco emerge un notevole incremento dell’andamento dei contagi correlati a studenti e personale scolastico degli istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Ciascun evento di positività attiva una ingente carico di lavoro sul servizio sanitario.
Essendo i soggetti inseriti in una classe. Uno studente positivo genera almeno una ventina di contatti stretti più quelli familiari.
Se ad essere positivo è un docente che ha in carico più classi, questo numero si moltiplica ulteriormente.
Tradotto significa: migliaia di persone in isolamento fiduciario di almeno 10 giorni per contatto stretto, con tutti i disagi a carico delle famiglie specie quando sono i più piccoli a essere messi in quarantena.
Ma significa anche migliaia di ore di lavoro per gli operatori dei dipartimenti di prevenzione, perché devono effettuare i tamponi, la sorveglianza sanitaria e le attività di tracciamento, a cui si aggiunge l’enorme carico di lavoro dei laboratori per l’analisi dei tamponi.
Inoltre gli studi dei pediatri, nelle ultime settimane, sono stati presi d’assalto dalle centinaia di genitori che avevano bisogno dei certificati per la riammissione a scuola”.