“Matera reagirà anche questa volta, pure se la crisi economica che ne deriverà avrà ripercussioni importanti soprattutto nel settore del turismo e dell’industria creativa: proprio per questo cercherò di sensibilizzare l’attività di Governo”.
Ecco quanto dichiarato dal Deputato Gianluca Rospi, il quale in una nota aggiunge:
“I cittadini lucani e Matera hanno una resilienza e uno spirito di riscatto unici in Italia ed è sufficiente soltanto guardare indietro nella nostra storia contemporanea: Matera fu la prima città a insorgere contro il nazifascismo il 21 settembre del 1943 e poi ha avuto la capacità di trasformare il sito dei Sassi da vergogna nazionale prima in patrimonio mondiale dell’Unesco nel 1993 e poi in Capitale Europea della Cultura nel 2019.
La reazione ci sarà anche questa volta, i cittadini lucani sanno sfoderare tutta la loro grinta e il loro ingegno nei momenti difficili.
Anche se, una volta superata l’emergenza sanitaria, subentrerà quella economica, che sta già toccando alcuni settori importanti della nostra economia, quali il turismo, l’artigianato e tutta la filiera delle piccole e medie imprese, a partire dai commercianti.
Naturalmente è compito della politica accelerare il rilancio di queste filiere e il Parlamento dovrebbe, proprio in questa fase, lavorare a misure straordinarie per tali settori, a partire da un fondo nazionale di sostegno e da un piano strategico industriale, guardando in primis alle città d’arte.
Assistiamo invece ad un Parlamento, tecnicamente aperto ma inerme difronte al Governo, che si nasconde dietro il mancato rispetto delle stesse disposizioni sanitarie emanate dall’Esecutivo.
Stiamo andando verso una perdita di democrazia che, a mio avviso, potrebbe portare ad una deriva autoritaria.
Guardando nuovamente a Matera, deve tornare ad essere quel laboratorio culturale di idee, simbolo di una città desiderabile e a misura d’uomo.
Per far ciò la città ma soprattutto i cittadini devono tornare ad impegnarsi a testa bassa per il bene comune, utilizzando le migliori energie e potenzialità presenti nel territorio.
Oggi dobbiamo ripartire dal promuovere la cultura del rispetto, della condivisione e del coraggio, affinché le nuove generazioni possano avere esempi di lealtà, restituendo loro la speranza e il desiderio di costruire il presente e per guardare ad un domani migliore.
L’Italia possiede il più grande patrimonio culturale a livello mondiale: oltre 4.000 musei, 6.000 aree archeologiche, e poi tante chiese e dimore storiche soggette a tutela, oltre a essere anche “arte a cielo aperto” con le coste, le riserve e i paesaggi naturali.
Se non investiamo in quello a noi più prezioso e che ci invidiano tutti, allora in cosa dovremmo investire?
Poi grazie ai teatri, alle orchestre, ai corpi di ballo, alle fondazioni lirico-sinfoniche e a tutto quell’articolato e complesso mondo dello spettacolo si animano le nostre città, si forniscono importanti occasioni di crescita, si sviluppa il senso critico, si contrasta la povertà educativa.
Nei prossimi due anni avremo una regressione economica del settore turistico in Italia, soprattutto nelle città d’arte come Matera, e questo anche a causa delle azioni del Governo che, invece di concentrarsi su come sconfiggere nel più breve tempo il virus Covid-19 e su come ridurre la mortalità, ha pensato di essere in un reality stile Grande Fratello, annunciando provvedimenti prima di eseguirli o modificando giornalmente le direttive e creando così confusione tra i cittadini.
L’estrosità comunicativa e la poca incisività iniziale hanno contribuito a creare un’ulteriore danno d’immagine al settore produttivo del Paese, innanzitutto a quello turistico e dell’accoglienza, già in sofferenza da quando è scoppiata l’epidemia a livello globale.
Superata l’emergenza, dobbiamo ripartire attraverso il rilancio del paese non solo sotto il profilo industriale, sostenendo la crescita delle piccole, medie e grandi imprese, ma soprattutto va rilanciata l’economia legata al mondo turistico e culturale, va rilanciato il settore dell’alta formazione artistica, museale e lo spettacolo dal vivo, asset strategici di sviluppo per l’Italia e anima della vita culturale e sociale del nostro paese.
Bisogna fare lo sforzo di mettere a sistema tutte le città d’arte italiane, producendo un’offerta culturale annuale, e investire nell’industria creativa, riprogettare le nostre città partendo dalle periferie e avendo come obiettivo principale la qualità della vita degli abitanti, l’attrattività dei giovani e meno giovani, la tutela dei beni comuni e uno sviluppo meno legato alla finanza e più all’aspetto umano”.