Ha creato non poche polemiche la dichiarazione rilasciata da Letizia Moratti, neo vicepresidente della Regione Lombardia, durante una riunione con i capigruppo del Consiglio regionale.
Questa la sua proposta: usare il Pil, il prodotto interno lordo, come criterio per accelerare la distribuzione dei vaccini, senza tralasciare mobilità regionale, la densità abitativa e le zone «più colpite», cioè quelle con alta incidenza e mortalità causate dal virus.
Il tutto, secondo quanto dichiarato dalla stessa Moratti, sarebbe contenuto in una lettera, con tutte le richieste della Lombardia, inviata al commissario straordinario per l’emergenza, Domenico Arcuri.
Le reazioni di disappunto non si sono fatte attendere.
Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, ha detto che:
“si fa fatica a credere che si possa subordinare l’uguale diritto alla vita di tutti a dati economici. La signora Moratti è persona intelligente e civile.
Mi auguro che voglia chiarire che si è trattato di un’affermazione non meditata”.
Lunedì sera il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha scritto un tweet commentando la notizia, senza mai citare l’assessora Moratti:
“Tutti hanno diritto al vaccino indipendentemente dalla ricchezza del territorio in cui vivono. In Italia la salute è un bene pubblico fondamentale garantito dalla Costituzione.
Non un privilegio di chi ha di più”.
Durante un intervento in Consiglio regionale, Martedì mattina, l’assessora Moratti ha detto di essere stata fraintesa e che il criterio del Pil era legato a una possibile valutazione dell’opportunità di mantenere l’area rossa in Lombardia:
“Ho fatto una riflessione che ho voluto proporre anche ai capigruppo del Consiglio, per proporre al commissario Arcuri una riflessione da sviluppare poi in sede di conferenza stato-regioni, per il miglioramento del piano vaccinale, tenendo conto che la salute è naturalmente e indiscutibilmente un diritto prioritario, un diritto costituzionale di tutti i cittadini senza differenza alcuna solennemente sancito dall’articolo 32 della Costituzione.
Gli spunti che intendo suggerire partono proprio dal tema delle zone più colpite e che potrebbero riguardare mobilità e densità abitativa perché sono fattori di accelerazione della trasmissione del contagio.
Non ho mai pensato di declinare vaccini e reddito.
Il Pil è un indicatore economico-finanziario che attesta l’attività in una Regione che, questo sì ho detto, è il motore dell’Italia.
In questo senso, la Lombardia ha la necessità di essere tenuta in considerazione, non parlo di piano vaccini ma di zona rossa.
Il rischio per questa regione è di fermarsi e di fermare il lavoro, le attività, la vita sociale e quindi, per questo motivo, con il presidente Fontana, abbiamo ritenuto di voler presentare il ricorso per uscire da zona rossa, perché la Lombardia non la merita”.
Cosa ne pensate?