Situazione ancora poco chiara sul fronte scuola.
I parlamentari dei gruppi che hanno incontrato ieri Draghi riferiscono che quest’ultimo avrebbe fatto accenno, tra le varie questioni, anche al calendario scolastico ed al recupero dei mesi persi con l’emergenza pandemia.
Ma questa affermazione fa sorgere numerose domande come:
- Significa che le scuole quest’anno finiranno più tardi? E quanto più tardi?
- Ci saranno misure per tutti o soltanto per chi è rimasto effettivamente indietro?
- Andranno tutti a scuola fino a fine Giugno, come hanno già ipotizzato alcuni esperti, o gli studenti delle scuole elementari e medie, che (a parte in alcune regioni) non hanno perso che pochi giorni di scuola finiranno come previsto?
Risposte più certe a queste domande si avranno solo con il prossimo neo ministro dell’Istruzione.
Intanto alcuni presidi fanno notare che prolungare l’anno scolastico resta comunque un’azione abbastanza complessa.
A questi numerosi punti interrogativi lasciati in sospeso, si aggrega anche l’Unsic (unione sindacale imprenditori e coltivatori) Basilicata con una nota:
“La proposta di prolungare l’anno scolastico fino al 30 Giugno può trovare una flebile giustificazione nei giorni persi per quarantene e sanificazioni frutto dell’ossessione per la didattica in presenza, anche in periodi poco adatti all’assembramento.
Respingiamo, invece, l’eventuale allusione alla Didattica a distanza, che ha visto docenti e studenti impegnati a garantire e a garantirsi analoghe qualità e quantità di formazione.
Ritenere che la didattica a distanza equivalga ad una sorta di sospensione della trasmissione di saperi o, cosa più grave, di ‘illecita’ vacanza, è offensivo verso docenti e studenti.
Protrarre di qualche giorno un anno scolastico già particolarmente stressante è una foglia di fico che, tra l’altro, accrescerà i rischi del contagio qualora, per quella data, non saranno vaccinati docenti, studenti e personale scolastico“.