Lo dichiara il consigliere regionale Luca Braia, capogruppo di Italia Viva:
“Al danno si aggiunge la beffa.
La sanità materana è azzerata, come denunciamo da tempo e come ripeto inascoltato da mesi.
Fiumi di euro del diritto alla salute dirottati verso la Puglia e cittadini e cittadine lucani e materani senza cure.
Il presidente Bardi intervenga a risolvere immediatamente la situazione.
Senza soluzioni immediate valutiamo posizioni drastiche nel prossimo Consiglio Regionale.
L’emigrazione sanitaria è letteralmente esplosa nel 2021 e trovare scuse per il covid è ormai fuorviante se la Basilicata, come racconta sempre il Bardi, appare tra le regioni virtuose.
I dati dei flussi verso la Puglia si sono incrementati forse di oltre il 50 per cento rispetto al già alto importo del 2019 che fu di oltre 12 milioni di euro (la proiezione potrebbe raggiungere la cifra record di 18 milioni di euro), a causa principalmente della caduta verticale del Madonna delle Grazie di Matera, ormai ridotto a poco più di poliambulatorio e, per ora, verso il Miulli, che nel 2019 ha svolto circa 900 prestazioni extraregionali per oltre 3 milioni e che nel 2021 avrà superato ogni limite.
La decisione delle ultime ore presa dall’istituto sanitario privato con l’annuncio di chiudere le porte a Lucani e Calabresi non viene fuori all’improvviso.
Perché la nota di settembre che preannunciava la criticità non è stata controdedotta dalla Regione Basilicata?
In cosa era impegnato l’assessore Leone di più importante?
Ho presentato una interrogazione urgente per conoscere quali sono i dati reali dei flussi della migrazione sanitaria lucana, in particolare quelli verso gli ospedali o strutture private accreditate della vicina Puglia e nello specifico dell’Ospedale Generale Regionale ‘F. Miulli’ di Acquaviva delle Fonti.
Cosa intende fare il Presidente Bardi con l’assessore Leone e con il Direttore generale già commissario Pulvirenti, per eliminare immediatamente il problema dei tantissimi cittadini e cittadine con visite e interventi prenotati al Miulli che hanno già ricevuto comunicazione per l’impossibilità di essere effettuati?
Come supereremo le criticità espresse dal management del Miulli per scongiurare la chiusura totale delle prestazioni sanitarie verso la Basilicata, già previste?
Quali azioni intendono, ognuno per le proprie competenze, intraprendere poi in fase di programmazione a medio e lungo termine per fronteggiare ed eliminare l’annoso problema dell’abbattimento delle liste di attesa dell’intero territorio regionale e nello specifico della ASM, acuitosi con la pandemia da Covid – 19 e soddisfare i bisogni di cura della popolazione della città di Matera, della sua provincia e regionale?
Soprattutto come si intende evitare, in maniera strutturale, la migrazione sanitaria di tanti lucani e delle tante lucane che si rivolgono fuori dalla Regione Basilicata per curarsi e dunque garantire il loro diritto costituzionale alla salute.
Intende il Presidente Bardi realizzare il potenziamento dell’organico medico e sanitario, il rispetto integrale della legge 13 sulle professioni infermieristiche, il rafforzamento deciso della sanità territoriale, la difesa dell’autonomia organizzativa dell’Asm, il potenziamento dell’ospedale Madonna delle Grazie?
La questione è al limite di sopportazione.
Circa il 25 per cento di tutte le prestazioni richieste dai residenti in Regione viene effettuato in regime di mobilità passiva; vale a dire, una prestazione ogni quattro per residenti lucani viene soddisfatta in un’altra Regione.
Il 75 per cento di tutta la fuga regionale viene intercettato da due regioni confinanti, come la Puglia e la Campania, e da due Regioni del Centro (Lazio) e Nord (Lombardia) Italia.
Mentre per queste due ultime Regioni è ipotizzabile come la ricerca di eccellenza possa sottendere la fuga da presidi ospedalieri lucani, la prossimità geografica e la facilità di accesso potrebbe motivare la migrazione verso le altre due regioni limitrofe perché la Regione Basilicata non riesce a soddisfare le richieste di cura dei lucani e delle lucane.
Purtroppo, il dato di fatto è che mentre la Regione Puglia ha già destinato risorse pari a circa 7 milioni di euro in deroga ai tetti di spesa per le prestazioni extra-regionali al Miulli, pare che la Regione Basilicata, sollecitata ad affrontare il tema a settembre, se ne sia colpevolmente infischiata, con buona pace per il diritto alla salute dei materani, in primis, sempre più presi dallo sconforto.
Siamo pronti a scendere in piazza se non si trova soluzione”.