Per l’Associazione ScanZiamo le Scorie di Scanzano Jonico:
“Le indicazioni del Ministero della Transizione Ecologica (Mite) contenute nella proposta del Piano per la Transizione Energetica Sostenibile delle Aree Idonee (PiTESAI) confermano le criticità contenute nelle osservazioni presentate alla CNAPI da ScanZiamo le Scorie sulle interferenze presenti tra le attività petrolifere estrattive e quelle per l’individuazione della discarica nucleare”.
Come Associazione Antinucleare, dichiara il portavoce Pasquale Stigliani:
“contestiamo alla Sogin l’applicazione errata del criterio che avrebbe dovuto disporre l’esclusione di 11 aree (tutte in Basilicata) su 17 di quelle individuate in quanto caratterizzate dalla presenza di importanti risorse del sottosuolo [idriche, energetiche (gas, petrolio o di tipo geotermico) e minerarie] che compromettono il futuro isolamento del deposito con gravi pericoli.
Di fatto, le aree dei Comuni di Montalbano (MT), Bernalda (MT), Acerenza (PZ), Oppido Lucano (PZ) e di Genzano vengono considerate potenzialmente idonee nella CNAPI solo perché è utilizzato dalla Sogin un metodo applicativo distorto rispetto alle indicazioni dal criterio di esclusione 14 della guida di ISPRA che esclude palesemente tali aree.
Con la proposta del PiTESAI, sulla quale presenteremo le nostre osservazione entro il 14 settembre, si entra nel merito delle criticità da noi sollevate, indicando che nelle more dell’individuazione del sito nel quale ubicare la discarica nucleare, considerando l’incompatibilità di tale uso con gli usi estrattivi, tutte le aree individuate dalla CNAPI, con un opportuno buffer, determinano la non idoneità per usi estrattivi e devono essere escluse dal PiTESAI, temporaneamente sino alla scelta del sito del Deposito.
Conseguentemente, tra i diversi effetti, nelle 11 aree oggetto dell’interferenza andranno fermate tutte le attività delle compagnie almeno fino all’individuazione dell’area finale in cui dovrebbe essere realizzata la discarica radioattiva.
La posizione del Ministero seppur apre la discussione sui temi posti da una delle nostre osservazioni, non risponde nel merito.
Lascia altri aspetti ancora da chiarire che per le nostre valutazioni rendono il territorio della Basilicata incompatibile con la discarica nucleare.
Sono motivi che ci portano a pensar male.
Infatti temiamo pericolose sorprese che possa costituirsi uno scenario peggiore rispetto a quello attuale con il quale si potrebbero far rientrare tra le aree potenzialmente idonee per la discarica radioattiva anche altre superfici con altri comuni Lucani oltre a quelli già sopra indicati.
Tra questi ci potrebbe essere anche il ritorno del nome di Scanzano J.co, già interessato nel 2003 dalla volontà di realizzare una discarica nucleare che trovò la determinata opposizione di tutto il popolo Lucano.
Chiaramente, molto dipenderà dal modo con il quale verranno applicate legislativamente le scelte del Piano e recepite le osservazioni alla CNAPI.
Rispetto a questo processo decisionale in corso è necessario che i cittadini, le Associazioni e le Istituzioni che rappresentano il territorio devono far sentire con coraggio la propria voce e individuare i nemici dello sviluppo della Basilicata.
In particolare la Regione Basilicata, che nell’Osservazioni alla CNAPI e al PiTESAI ha ritenuto di non considerare questi aspetti, deve intervenire con una posizione forte, per tutelare le risorse e gli interessi delle economie locali del territorio che rappresenta.
Non possiamo rischiare di inquinare l’acqua e l’ambiente, le più importanti risorse per il nostro territorio.
Per evitarlo dobbiamo continuare a scansare il fardello dei rifiuti radioattivi che per l’80% sono nelle Regioni del nord ed avviare una strategia di uscita dalla produzione degli idrocarburi.
Forti dell’esperienza della civile protesta di Scanzano, siamo convinti che il popolo Lucano ha gli anticorpi per scongiurare questo pericolo, pronto a mobilitarsi come allora nel momento più opportuno”.