Brutte notizie per automobilisti e motociclisti: la settimana si apre con nuovi rialzi dei prezzi sulla rete carburanti.
I prezzi medi praticati dai gestori e comunicati al ministero dello Sviluppo economico, in base al calcolo fatto su quasi 15mila impianti, sono:
- benzina, in modalità self, resta 1,718 euro/litro con i diversi marchi compresi tra 1,711 e 1,728 euro/litro (no logo 1,701),
- diesel, sempre in modalità self, rimane a 1,576 euro/litro con le compagnie posizionate tra 1,570 e 1,588 euro/litro (no logo 1,561).
Quanto al servito:
- per la benzina il prezzo medio praticato cresce a 1,853 euro/litro (ieri 1,851) con gli impianti colorati che mostrano prezzi medi praticati tra 1,790 e 1,927 euro/litro (no logo 1,748).
- La media del diesel va a 1,720 euro/litro (ieri 1,717) con i punti vendita delle compagnie con prezzi medi praticati compresi tra 1,656 e 1,791 euro/litro (no logo 1,611).
- I prezzi praticati del Gpl vanno da 0,797 a 0,809 euro/litro (no logo 0,785).
- Registra aumenti, infine, anche il prezzo medio del metano auto, che si posiziona tra 1,465 e 1,809 (no logo 1,535).
Di una stangata da 390 euro annui a famiglia, solo per i maggiori costi di rifornimento, parla il Codacons.
Spiega il presidente Carlo Rienzi:
“Oggi benzina e gasolio costano rispettivamente il 23,4% e il 24,3% in più rispetto allo stesso periodo del 2020.
Un rincaro che si ripercuote non solo sui costi di rifornimento ai distributori, ma sui listini al dettaglio di una moltitudine di prodotti che risentono del rialzo dei carburanti.
Basti pensare che in Italia l’85% della merce trasportata viaggia su gomma, e i costi di trasporto incidono sui prezzi finali praticati ai consumatori.
Per tale motivo rivolgiamo oggi un appello al Premier Draghi affinché, dopo le bollette di luce e gas, intervenga anche su benzina e gasolio, tagliando le accise anacronistiche che ancora oggi gravano sui carburanti e riducendo l’Iva.
La tassazione sulla benzina raggiunge infatti oggi il 60,6%, e senza un intervento del Governo si registrerà una fiammata dei prezzi al dettaglio con conseguenze negative sul tasso di inflazione e sui consumi delle famiglie”.
Fa notare Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori:
“Aumenti settimanali da primato.
Un autunno caldo sul fronte dei prezzi dei carburanti.
Il Governo deve intervenire immediatamente riducendo le accise.
La benzina segna un incremento settimanale pari a 1 euro e 31 cent per un pieno da 50 litri, un nuovo record dal 13 Ottobre 2014, ossia esattamente 7 anni fa, quando svettò a 1718 euro al litro”.
Mentre il gasolio eguaglia il valore massimo del 22 Ottobre 2018, 3 anni fa.
Per il Gpl invece bisogna tornare addirittura al 10 Marzo 2014 per trovare un valore più alto, 789 euro al litro.
In un anno il Gpl è più caro del 32,3%.
Dall’inizio dell’anno, dalla rilevazione del 4 Gennaio, ossia in poco più di 9 mesi, un pieno da 50 litri è aumentato di 13 euro e 58 cent per la benzina e di 12 euro e 40 cent per il gasolio, con un rialzo, per entrambi, del 18,8%.
Su base annua è pari a un rincaro ad autovettura pari a 326 euro all’anno per la benzina e 298 euro per il gasolio.
In un anno, dalla rilevazione del 12 Ottobre 2020, quando la benzina era pari a 1.389 euro al litro e il gasolio a 1.261 euro al litro, un pieno da 50 litri costa 16 euro e 22 cent in più per la benzina e 15 euro e 31 cent in più per il gasolio, con un’impennata, rispettivamente, del 23,4% e del 24,3%.
Un balzo che equivale, su base annua, a una stangata pari a 389 euro all’anno per la benzina e a 367 euro per il gasolio”.