L’Assessore alle Attività produttive di Matera, Giuseppe Digilio, rivolge un appello a tutte le istituzioni, Stato e Regione, richiamando al:
“dovere di rispondere alle esigenze del mondo produttivo con fatti concreti e non più solo con divieti, lì dove le regole siano rispettate.
La crisi pandemica ha condizionato la nostra vita ed il nostro lavoro segnando ulteriori disparità tra categorie sociali, lavoratori, e imprese.
C’è chi ha tratto profitto dalla pandemia e chi invece, pur di resistere alla diminuzione della domanda, ha ceduto valore sui ricavi.
Complessivamente sono andati in fumo circa 148 miliardi di euro di valore aggiunto.
Specie nei settori del commercio, della ristorazione, del turismo e del comparto manifatturiero.
La mia richiesta al Governo è quella di essere vicino all’Amministrazione comunale nel gravoso compito di sostenere le attività produttive locali, trasferendo somme di bilancio affinché si possano realizzare piani di aiuto concreti.
È incomprensibile come in queste condizioni si possa continuare a imporre chiusure a orologeria senza che, contestualmente, si prevedano indennizzi alle imprese.
Somme da erogare immediatamente al provvedimento di restrizione.
Bisogna pensare nel brevissimo periodo a strumenti di finanza agevolata e creditizia che consentano alle imprese di accedere a fondi pubblici, da restituire con piani di ammortamento ventennali e trentennali.
Sburocratizzando tutte le procedure perché si velocizzi l’iter autorizzativo, basando la garanzia del prestito su base fiduciaria che il Comune potrebbe garantire con un apposito capitolo direttamente finanziato dal Governo.
Questo che si sta vivendo è uno shock economico disastroso.
È bene che le istituzioni lo considerino tale e che agiscano con determinazione e in maniera tempestiva.
Senza troppi filtri, evitando che disuguaglianze sociali e distanze tra diversi mondi, possano trasformarsi in una vera e propria catastrofe umanitaria di dimensioni incalcolabili.
Le ragioni della protesta andata in scena oggi nelle principali piazze italiane, non possono e non devono diventare il pretesto per dare vita a inaudita violenza contro le forze dell’ordine e le istituzioni, sia pure nella consapevolezza di essere maturate a seguito di uno stato d’animo di esasperazione vissuto al culmine della sopportazione.
I cittadini, le imprese, le partite iva, non ce la fanno più, né tantomeno si può continuare ad offrire loro la prospettiva di una massiva vaccinazione come tiepida speranze di uscita dalla crisi senza che si mettano in campo reali azioni per vaccinare il maggior numero possibile di cittadini al giorno.
E se questa fosse l’unica speranza cui aggrapparsi per una ripresa dei mercati, allora diventa ancor più indispensabile intensificare le operazioni di vaccinazione, chiamando alle armi volontari e persone in grado di praticare una iniezione.
Le mamme, le zie, le sorelle.
Coloro che insomma già lo fanno tra le mura domestiche quando sono chiamate a farlo.
Che si faccia loro una formazione ulteriore, qualora occorresse e, sotto l’occhio vigile di un sanitario, siano chiamate a vaccinare i propri figli, i propri nipoti e chiunque ne abbia bisogno.
Del resto, se il vaccino è sicuro, come dimostrano gli studi scientifici, non vi è alcun pericolo per via della somministrazione.
A tal proposito occorre che la Regione metta in campo procedure più snelle, sburocratizzando il sistema di prenotazioni, estendendo a tutte le categorie sociali la possibilità di vaccinarsi.
Se questa è la strada per l’uscita dalla crisi, utilizziamo tutte le risorse possibili perché si acceleri il più possibile sulla vaccinazione, mettendo in sicurezza il paese, le imprese e le attività produttive cosicché si possa mettere alle spalle, il più presto possibile, questa bruttissima pagina della nostra storia moderna.
Solo così potremo ritorniamo a sostenere l’economia locale e ad accogliere i tanti milioni di turisti che aspettano di vivere Matera per come merita”.