Così, in un comunicato, il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, commenta le parole dell’Amministratore Delegato De Scalzi, il quale, questa mattina, ha annunciato, all’assemblea degli azionisti Eni, l’intenzione di investire 80 milioni di euro nell’area del centro olio di Viggiano:
“La volontà di Eni di investire nel settore delle energie rinnovabili in Val d’Agri è un segnale importante che va nella direzione più volta auspicata da Cgil Cisl Uil,
La diversificazione energetica significa immaginare per la Val d’Agri un futuro che va oltre il petrolio.
In questo senso la nostra regione può diventare il prototipo di un’economia ibrida facendo convergere in un grande piano di sviluppo regionale investimenti privati e pubblici.
Si tratta in altri termini di affrontare il tema dei futuri assetti industriali che devono farci immaginare una Basilicata sempre meno dipendente dal petrolio, più attenta alla tutela dell’ambiente e capace di esprimere produzioni industriali fortemente innovative come si sta già facendo nel comparto automotive.
La comunità lucana chiede ad Eni un ampio piano di investimenti che parta proprio dall’energia alternativa per raggiungere l’obiettivo di nuovi insediamenti industriali per produzioni green.
Quanto alle ricadute occupazionali ipotizzate riteniamo che si possa e si debba fare di più mettendo in campo un piano di attrazione di investimenti molto più ambizioso per fare della Val d’Agri il più importante distretto energetico d’Europa”.
Descalzi ha, inoltre, aggiunto che assicurerà “200 posti di lavoro nella fase di realizzazione e 100 posti per la gestione”.
Carmine Vaccaro, segretario Uil Basilicata, e Giuseppe Martino, segretario Uiltec Basilicata, dichiarano a riguardo:
“Dopo l’annuncio del progetto ‘Energy Valley’ rinnoviamo all’ad Eni Descalzi l’invito, che abbiamo da tempo formulato come Uil e Uiltec, perché venga in Basilicata a spiegare nei dettagli la proposta’ sulla quale, sulla base delle prime notizie diffuse in queste ore, non possiamo che esprimere un giudizio positivo.
Abbiamo sempre sostenuto che su energie rinnovabili e chimica verde si deve basare la strategia da perseguire sul dopo petrolio in Val d’Agri fondando il progetto di cosiddetta ‘svolta verde’ su due elementi essenziali: la chimica verde da sviluppare nei comparti delle bioplastiche, del farmaceutico e del biosanitario e l’istituzione del fondo sovrano alimentato dalle royalties del petrolio, mettendo fine definitivamente allo spreco di tutti questi anni.
Abbiamo bisogno di vedere le carte e conoscere come sarà attuato l’investimento, come saranno realizzati a regime i nuovi 200 posti di lavoro, quali profili professionali saranno necessari, perché non può essere certo il progetto ‘Energy Valley’ a pulire la coscienza su responsabilità e disattenzioni in tema di ambiente e territorio.
In tutto questo è evidente il ruolo che spetta alla nuova Giunta Regionale evitando che esso si risolva in un ‘comparsa’ o in rito formale.
La Regione deve incalzare Eni ad un confronto di merito perché si mostrino sul tavolo le carte dei progetti.
È tempo di pensare alla definizione di nuove linee produttive di sfruttamento in loco dei derivati, con microinterventi nella ‘chimica fine’ e dei nuovi materiali, delle bioplastiche, del farmaceutico e del biosanitario.
L’annuncio di questo progetto è la dimostrazione che la consapevolezza sulla sostenibilità del mondo chimico è cresciuta per merito della società civile ed anche dei sindacati a e che la ricerca applicata può dare veri risultati di recupero industriale ed occupazionale.
Ma soprattutto continuiamo a credere nella opportunità di sostenere la ricerca e lo sviluppo di tecnologie per la produzione di energia geotermica a bassa temperatura, sfruttando le perforazioni del petrolio e del gas naturale e sperimentando i metodi e le tecnologie più idonee allo sfruttamento del giacimento termico alla profondità dei pozzi petroliferi di Basilicata.
Quanto al Fondo sovrano regionale non si può perdere altro tempo per dare concretezza alle idee di eco-sostenibilità, sviluppo ed occupazione”.
Così, in un comunicato, il segretario generale Cgil Basilicata, Angelo Summa, sull’annuncio dell’Eni:
“Aprire un tavolo nazionale con il Governo e le parti sociali prima della scadenza della concessione Eni in Val d’Agri, affinché si affronti sia la questione che attiene al presente – e cioè del come si può fare attività estrattiva in sicurezza – ma soprattutto allo scopo di delineare i tempi e le risorse per uscire dal combustibile fossile salvaguardando i livelli occupazionali, assumendo oggi la questione della transizione energetica secondo le linee tracciate dall’Unione Europea, istituendo un fondo di transizione strutturale che permetta di accompagnare la riconversione e il mantenimento dei posti di lavoro.
È evidente che prima di qualsiasi politica di sviluppo in materia energetica, bisogna ripartire dalla sicurezza e dall’ambiente. Non si può pensare di gestire la risorsa petrolio come fatto fino ad ora. Su questa questione bisogna da subito ribadire con forza che l’unica strada per lo sviluppo della Basilicata è la transizione energetica e nuovi investimenti in energia alternativa al fossile”.