Evasione fiscale: i lucani sono virtuosi. Ecco i dati

L’idea che gli evasori fiscali siano prevalentemente lavoratori autonomi è un luogo comune smentito dai dati ufficiali.

Secondo uno studio della CGIA di Mestre, basato sulle statistiche dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione, dei 22,8 milioni di contribuenti con debiti fiscali non riscossi, solo 2,9 milioni (pari al 12,7%) sono artigiani, commercianti o liberi professionisti.

La maggior parte dei debitori fiscali è composta da lavoratori dipendenti, pensionati e percettori di altri redditi (16,3 milioni) e persone giuridiche come società di capitali ed enti commerciali (3,6 milioni).

Il totale delle tasse, imposte e contributi non riscossi dal 2000 al 2024 ammonta a una cifra impressionante: 1.274 miliardi di euro.

Tuttavia, di questo importo, solo 100 miliardi sono realmente recuperabili, mentre il resto è attribuibile a contribuenti deceduti, aziende cessate, nullatenenti e soggetti già sottoposti a procedure esecutive.

Inoltre, il 76% delle cartelle esattoriali ha un valore inferiore ai 1.000 euro, per un totale di 59 miliardi di euro, dimostrando come gran parte dei mancati incassi sia frammentata in piccoli importi.

Il problema dell’evasione fiscale ha un forte impatto territoriale.

Il 58% dei mancati incassi è concentrato nel Centro-Sud, con 739,3 miliardi di euro non riscossi.

Le regioni più colpite sono il Lazio, con un debito fiscale pro capite di 39.673 euro, seguito da Campania (27.264 euro), Lombardia (25.904 euro), Molise (20.469 euro) e Marche (20.078 euro).

Tra le più virtuose spicca la Basilicata che è al terzultimo posto.

In valore assoluto, la Lombardia guida la classifica con 259,4 miliardi di euro di tributi non versati, seguita da Lazio (226,7 miliardi), Campania (152,5 miliardi), Emilia-Romagna (87,9 miliardi) e Sicilia (87,8 miliardi).

Un altro dato significativo riguarda il fallimento delle politiche di contrasto all’evasione basate su incentivi ai pagamenti elettronici.

La lotteria degli scontrini, introdotta per incoraggiare i consumatori a richiedere lo scontrino fiscale, si è rivelata un flop.

Nel 2021 erano stati trasmessi al sistema 137 milioni di scontrini, ma nel 2022 il numero è crollato a 41 milioni, nel 2023 a 33,5 milioni e nei primi undici mesi del 2024 si è fermato a 38,8 milioni, segnando un calo del 72% rispetto all’inizio del programma.

Secondo la CGIA di Mestre, la vera lotta all’evasione fiscale passa da un fisco più efficiente e meno burocratico.

Ernesto Maria Ruffini, Direttore dell’Agenzia delle Entrate, sottolinea l’importanza di migliorare la raccolta e l’analisi dei dati per ottimizzare i controlli sulle principali aree di evasione, come frodi IVA, crediti inesistenti, fittizia residenza fiscale all’estero e occultamento di patrimoni all’estero.

Sono proprio questi fenomeni a generare le maggiori perdite per lo Stato, mentre l’attenzione eccessiva sulle piccole attività rischia di distogliere risorse da problematiche ben più rilevanti.

Ecco il grafico con le regioni italiane dalla meno virtuosa alla più virtuosa rispetto all’evasione fiscale.