Fca, operaio lucano scrive a Mattarella: “Pur non salvando alcuna vita umana so cosa significa non riuscire a tenere gli occhi aperti per la fatica”

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di un operaio Fca di Melfi (Pz) indirizzata al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella:

“Presidente Mattarella,

Lei ha premiato con l’onorificenza di cavaliere al merito l’infermiera di Cremona, diventata famosa grazie ad uno scatto fotografico che la ritrae dormire in ospedale, stremata da un turno di lavoro massacrante durante questa emergenza.

Ha fatto bene.

È andato oltre l’immagine in sé, ha riconosciuto nella stanchezza della lavoratrice il massimo impegno profuso per il bene della vita umana.

Io sono un operaio che come Lei riconosce quella stanchezza, quel massimo sforzo.

Pur non salvando alcuna vita umana so cosa significa non riuscire a tenere gli occhi aperti per la fatica.

Da 26 anni svolgo un tipo di lavoro che mi costringe a turnazioni pesanti, anche notturne.

Però a differenza dell’infermiera di Cremona, se dovesse capitare a me di cedere alla stanchezza durante il mio lavoro, casomai alla quinta notte consecutiva, verrei licenziato.

La domanda che Le rivolgo è se crollare durante il lavoro possa essere un valore per alcuni e una condanna per altri?

Lei ha scelto di premiare un momento molto preciso e significativo della vita di un lavoratore, ce ne sono altri che per le stesse ragioni subiscono ben altro trattamento.

La saluto convinto che Lei come me sa che la stanchezza del lavoro non conosce professionalità, la sente l’infermiere così come l’operaio sulla catena di montaggio, il primo merita di diventare cavaliere del lavoro, il secondo quantomeno merita di non essere licenziato”.