A fronte di una richiesta giornaliera di gas da parte di Eni pari a circa 63 milioni di metri cubi, la russa Gazprom ha comunicato che fornirà solo il 50% di quanto richiesto (con quantità effettive consegnate pressoché invariate rispetto ieri).
È quanto fa sapere l’Eni sul sito del gruppo.
Come si legge su IlTempo:
“Ieri è stata una giornata di passione per quanto riguarda il gas.
Dopo aver toccato un massimo a 148,75 euro dopo gli annunci di Gazprom che ha nuovamente ridotto i flussi del gas attraverso Nord Stream, il prezzo del gas è tornata gradualmente alla normalità.
Il gas all’hub olandese Ttf ha chiuso a 118 euro a megawattora, addirittura in calo dell’1,938%. E la situazione non accenna a migliorare.
Il premier Draghi, che durante la sua visita a Kiev con il cancelliere tedesco Scholz e il presidente francese Macron ha parlato di ‘uso politico del gas’ da parte della Russia, ha fatto sapere che ‘siamo arrivati al 52% dei livelli di stoccaggio del gas, il che ci rende abbastanza tranquilli nell’immediato e per l’inverno'”.
Intanto sul fronte guerra, nell’ultimo rapporto dell’intelligence britannica sul conflitto, diffuso dal ministero della Difesa di Londra, si legge:
“Nelle ultime 24 ore, le forze russe hanno continuato a tentare di riguadagnare slancio sull’asse di Popasna, a partire da dove cercano di muovere per circondare la sacca di Severdonetsk da sud.
In Russia la guerra ha accelerato la dinamica a lungo termine dello Stato verso l’autoritarismo.
Nelle ultime settimane la Duma ha avviato il processo per introdurre una condanna a 20 anni per i russi che combattono contro la Federazione.
Anche parlare contro l’invasione viene criminalizzato.
Nonostante la maggioranza dei russi affermi nei sondaggi di sostenere la cosiddetta ‘operazione militare speciale’, elementi della popolazione sia attivamente sia passivamente dimostrano la loro opposizione.
Lo scetticismo rispetto alla guerra è particolarmente forte anche tra l’élite imprenditoriale russa e la comunità degli oligarchi.
Quindicimila milionari russi stanno probabilmente già tentando di lasciare il paese.
Le motivazioni includono sia l’opposizione personale all’invasione che l’intento di sfuggire all’impatto finanziario delle sanzioni imposte alla Russia.
Se questo esodo dovesse continuare, probabilmente aggraverebbe i danni a lungo termine della guerra sull’economia del paese”.