Gianni Celeste in concerto a Stigliano: “Il neomelodico non è così poi tanto distante da usi e costumi di altri suoi colleghi che, in alcuni brani, inneggiano a clan e latitanti”. La denuncia

Da un comunicato dell’Associazione Libera Basilicata si apprende:

“Comincia l’estate e proliferano giustamente feste di piazza di varia natura, molte delle quali collegate alle celebrazioni dei Patroni di comuni grandi e piccoli.

Apprendiamo che per la festa di Sant’Antonio del prossimo 13 giugno a Stigliano dovrebbe arrivare Gianni Celeste.

Lo apprendiamo direttamente dal parroco di Stigliano, don Gaetano, che ha condiviso con Libera Basilicata la preoccupazione per questa scelta (dopo, sappiamo, aver scartato l’ipotesi Daniele De Martino).

Gianni Celeste, attualmente, non dovrebbe essere interessato da alcun provvedimento di carattere giudiziario. Ma questo basta?

No.

Il neomelodico, tornato alla ribalta con un brano di anni fa diventato un vero e proprio tormentone, non è così poi tanto distante da usi e costumi di altri suoi colleghi che, in alcuni brani, inneggiano a clan e latitanti.

Promuovere una cultura che porti tutti, in particolare le nuove generazioni ma non solo, a capire quanto possa essere deleteria l’abitudine di ascoltare e avvallare certi testi che, in molti casi, raccontano vite che escono dalla metrica di una canzone e rispecchiano la vita reale dei suoi interpreti, è un processo lungo.

Un processo che richiede l’attivazione di una rete e di una collaborazione e che Libera sta promuovendo da anni soprattutto con uno stretto rapporto con il mondo della scuola.

Ma la riflessione che vogliamo affidare a noi tutti è un’altra: è opportuno che cantanti in odor di camorra, autori o interpreti di testi espliciti che inneggiano ai latitanti, ai boss, al guadagno facile e ad una vita dedita alla criminalità, possano avere la legittimazione da parte di istituzioni che, invece, dovrebbero essere attente il doppio a non veicolare certi messaggi?

E inoltre: è opportuno che tali istituzioni offrano, con le loro scelte, anche una legittimazione di tipo economico (perché ovviamente i concerti si pagano, e non poco)?

Il riferimento è proprio alle feste di piazza (che vedono necessariamente in prima linea i Comuni anche fosse solo per la concessione dell’utilizzo del suolo pubblico) e quelle patronali (in cui agiscono parrocchie e diocesi).

Ringraziamo la parrocchia e il consiglio pastorale di Stigliano che hanno fatto una riflessione che, immaginiamo, sia costata fatica da un punto di vista emotivo e che, non facilmente, ha deciso di scrivere questa lettera.

Lo riteniamo un passo importante per favorire un cambiamento in tal senso.

Condividiamo di seguito la nota di Don Gaetano Grippo alle istituzioni”.