Insegnanti non ci si improvvisa.
L’abbiamo sentito dire diverse volte, è il risultato di un cammino complesso, a tratti faticoso.
Un cammino appunto, un viaggio continuo attraverso la conoscenza, che prende piede soprattutto attraverso la relazione con gli alunni, con le nuove generazioni.
Per l’occasione, in una lettera aperta, il Coordinamento Nazionale Docenti dei Diritti Umani:
“In occasione della 26° Giornata Mondiale degli insegnanti, che si celebra il 5 Ottobre, invita tutti a riflettere sull’importante ruolo che il docente occupa all’interno della comunità come faro educativo e dei saperi disciplinari.
La giornata è stata istituita nel 1994 e commemora la sottoscrizione delle Raccomandazioni dell’UNESCO sullo status di insegnante, la principale struttura di riferimento per i diritti e le responsabilità dei docenti che è finalizzata alla promozione del miglioramento della condizione dei docenti nel mondo.
L’obiettivo della giornata è quello di suscitare riflessioni sulle sfide che affrontano quotidianamente i docenti e sulle difficili condizioni di lavoro a cui spesso sono sottoposti.
Questo giorno, infatti, è anche l’occasione per fare il punto sui risultati raggiunti in materia di istruzione e formazione.
Purtroppo, non tutti e non sempre, all’interno della società, riescono a comprendere fino in fondo lo straordinario lavoro dei docenti che troppo spesso sono delegittimati della funzione dell’insegnante.
Non tutti e non sempre riescono a cogliere quelle che sono le priorità e le urgenze di chi insegna e spende la sua vita occupandosi della formazione dei ragazzi.
I docenti, infatti, si interrogano quotidianamente intorno al senso da assegnare all’educazione dei giovani, alle modalità processuali attraverso cui si apprende, ma anche a quelle attraverso cui si insegna.
Ma soprattutto i docenti, giorno per giorno, promuovono e costruiscono con i loro studenti i valori del dialogo, della tolleranza, del rispetto e della solidarietà, che sono le basi del vivere democratico e che permettono di garantire che i bisogni delle future generazioni continuino ad essere soddisfatte.
In una società distratta e a volte lontana dai verdissimi e complicati anni dei giovani, i docenti possono rappresentare davvero quella meravigliosa bussola delle emozioni che orienta al giusto e al bene.
Oggi più che mai i ragazzi hanno bisogno dei loro maestri, hanno bisogno di imparare a guardare la luna, perché spesso, là fuori, c’è un mondo miope che addestra a non andare oltre il dito che la indica.
I ragazzi hanno bisogno della figura autorevole, protettiva e presente dei loro insegnanti che mai chiuderanno le porte della scuola, dell’aula e del loro cuore, se è vero che amano il mestiere che hanno scelto di fare.
All’alba di questo nuovo giorno, di questo ritorno alla normalità tanto atteso e temuto, gli studenti hanno bisogno di noi per imparare a crescere, a conoscersi e soprattutto a riconoscersi nei compagni e nella scuola che è fatta di loro e senza di loro non ha ragione di esistere.
Nel diluvio di informazioni che ci insidiano e che ci opprimono, c’è bisogno di coloro che dipanino dubbi e svelino ragionamenti fallaci, che ispirino ai saperi, che conducano ai valori più importanti della vita.
In questa deriva culturale e umana, che non nuoce solo al singolo, ma all’intera comunità, i docenti devono poter ritornare ad essere i protagonisti dei saperi, devono veder riconosciuto il loro ruolo culturale ed educativo.
Bisogna riaccendere i riflettori quanto prima sugli insegnanti, perché la ripresa dell’intera società comincia dagli insegnanti, che sono i precettori e i custodi delle nuove generazioni.
Papa Giovanni XXIII disse: ‘Non consultarti con le tue paure, ma con le tue speranze e i tuoi sogni’.
Il mondo dei giovani è costellato da piccole e grandi paure, paure che talvolta per i ragazzi diventano montagne insormontabili.
E qual è quel posto al mondo dove si possono accendere speranze e coltivare sogni in modo naturale e potentissimo, se non la scuola dove si concentra il più bell’esempio di umanità?
Il CNDDU tiene a cuore la scuola e i suoi docenti. Tutti i docenti. Ecco perché vive il 5 Ottobre come un momento speciale che permette di unire le forze educative di tutto il pianeta per raccontare con orgoglio chi siamo e quanto facciamo per i nostri studenti che sono i figli di tutti.
I docenti vanno amati di più e vanno tutelati dalla comunità da chi ci governa.
Nessuno può conoscere il disagio, l’impotenza e la sofferenza di noi docenti in queste prime settimane del nuovo anno scolastico.
Dobbiamo tenere i nostri studenti a distanza da noi. Noi che abbiamo sempre insegnato la vicinanza e predicato la bellezza del contatto umano, ci troviamo ad insegnare ora le stesse cose stando distanti da loro, per il bene di tutti, consapevoli di amarli un pò di più nel momento in cui stiamo a due metri dalle loro facce belle, buffe, felici, pensierose.
E allora le proviamo tutte per convincerli che uno sguardo complice ha la stessa potenza emotiva di una pacca su una spalla, di un biscotto offerto, di un fazzoletto che asciuga una lacrima, di un pizzichino al mento, di una mano che ti passa una matita o il caffè.
E la mattina siamo lì, profumati di igienizzante, mascherati e innamorati del nostro lavoro, pronti a migliorare il mondo insieme a loro, pronti a togliere le loro paure, dopo un lockdown che come il lupo cattivo delle favole li ha spaventati tanto, e pronti a fare i conti con le nostre paure, quelle dei grandi che spesso si chiamano ‘Lavoro precario’, ‘Concorso alle porte’, ‘Attesa di trasferimento da Nord a Sud e viceversa’.
Il CNDDU augura a tutti i colleghi docenti della scuola italiana di ogni ordine e grado un futuro più stabile e sereno.
Il compito del Coordinamento è quello di proteggere, tutelare, dar voce e ricordare tutti coloro che meritano un posto al sole. Questa volta ci facciamo un piccolo spazio noi, sotto ai caldi raggi del sole che certamente meritiamo, perché “ciò che l’insegnante è, è più importante di ciò che insegna.
L’Hashtag della giornata è #CAROMAESTRO.
Buon proseguimento cari colleghi. E buona meritata festa!”.
Non ci resta che augurare buon lavoro a tutti coloro che svolgono questa professione con passione.