Addio a mascherine, Green pass, vaccini?
“Già dal primo di aprile ci saranno determinate situazioni in cui il Green pass non sarà più previsto, pensiamo ai luoghi all’aperto, come bar e ristoranti o alle attività sportive all’aperto.
Poi ci sarà una seconda fase, nel mese di maggio, dove si arriverà a un ulteriore allentamento.
Credo ci siano le condizioni per pensare a un’estate senza restrizioni“.
Così il sottosegretario alla Salute, Andrea Costa, su Radio 24 che ha aggiunto:
“Il Green pass è stato utilissimo perché ha permesso di gestire la pandemia ma soprattutto ha permesso un percorso di riaperture di tutte le attività: abbiamo aperto il 26 aprile e non abbiamo più chiuso.
Dobbiamo monitorare sempre la situazione, è vero che c’è un incremento dei contagi, ma fortunatamente la pressione sugli ospedali ci fa ben sperare.
Dobbiamo proseguire nel completare la somministrazione della terza dose, che è fondamentale per farci trovare preparati di fronte un eventuale ritorno del virus.
In settimana verrà approvato il decreto che prevede un progressivo allentamento delle misure restrittive, tra cui anche l’utilizzo del Green pass“.
Per il virologo Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’università di Padova, come confida a Il Giornale:
“Non c’è nessuna restrizione, fa freddo e si sta molto al chiuso.
Ma ritengo che su mascherine al chiuso, restrizioni ai no-vax e green pass sia l’ora di dire basta.
Siamo arrivati ad una situazione di equilibrio, oscillante tra i 40 e i 50 mila casi.
Dobbiamo abituarci a questi numeri anche in estate?
Questa situazione si potrebbe prolungare anche con il caldo, dove potremmo avere un punto di equilibrio intorno ai 40mila casi.
Ma, paradossalmente, non è cosa negativa, la maggior parte della popolazione ormai sviluppa forme di Covid leggero e alla fine della malattia è più protetta.
Il problema riguarda i fragili che sono più esposti.
Bisogna proteggerli.
Mi rivolgo al ministro Brunetta innanzitutto.
Farebbe un errore clamoroso a togliere il lavoro agile a queste persone.
Che ricadute avrebbe il taglio dello smart working?
Potrebbe portare a un disastro sanitario per ricoveri e decessi.
Già ora abbiamo 100-120 morti al giorno. E un paese evoluto non se lo può permettere.
Per i fragili serve una politica assistenziale mirata.
La quarta dose non basta?
La quarta dose è una foglia di fico.
Bisogna proteggerli con una programmazione seria e articolata.
Mi riferisco agli ultra 80enni, agli oncologici, agli immunodepressi e gli autoimmuni.
Sono milioni di persone ancora da seguire con attenzione,2 risponde il virologo.
Omicron due fa paura?
Omicron non è un raffreddore e non è neppure un virus innocuo ha più o meno la stessa virulenza del ceppo originario cinese.
In Italia fanno scudo i vaccini.
In Cina però il virus ha rialzato la testa perché la popolazione seppur vaccinata non è più protetta.
Anche con la terza dose dopo due o tre mesi l’immunità si abbassa», ricorda.
Quindi anche noi dovremmo fare la quarta dose?
Paradossalmente no, se il virus circola ci proteggiamo meglio.
Bisogna però fare attenzione al popolo dei fragili, bisogna creare dei filtri», precisa.
Ma il green pass serve o va archiviato a fine marzo?
Il green pass non ha mai protetto contro la trasmissione del virus.
Ha indotto la gente a vaccinarsi ma ora, secondo me, ha esaurito la sua funzione.
E le mascherine al chiuso? Dove andranno tenute?
La mascherina sull’autobus serve limitatamente all’autobus.
Ma poi uno scende, va al bar, al ristorante, al lavoro.
E l’indice di trasmissione di Omicron è estremamente elevato, oscilla tra 10 e 12.
Che senso ha creare bolle se le persone quando escono hanno la possibilità di infettarsi?
Quindi anche la mascherina al chiuso non serve più?
In questa fase pandemica e con la gente vaccinata, no.
Quindi anche a scuola vanno tolte ai ragazzi?
L’impatto delle mascherine al chiuso è bassissimo, intorno all’1%.
E tempo di togliere tutto alle persone protette dal vaccino.
Bisogna riprendere una vita normale e convivere col Covid.
Lei è sempre stato un rigorista. Ora è aperturista…
Io sono stato prudente quando non esisteva il vaccino e chiedevo misure che impedissero al virus di diffondersi.
Ora la mia posizione è diversa, il vaccino ha cambiato la prospettiva”.