“Buone notizie sul fronte gas: il suo prezzo continua a scendere, in particolare in questi giorni ha registrato un ulteriore calo sul mercato di riferimento di Amsterdam, lanciando segnali positivi per il settore energetico e registrando il prezzo minimo più basso registrato da gennaio 2022″.
È quanto si apprende da quifinanza che precisa: “Il prezzo del gas viaggia sotto i 40 euro per megawattora, più precisamente, ‘il future sul metano con scadenza a maggio scende di oltre il 3% a 38,5 euro, con un minimo di seduta a quota 38,1‘, come riferito da fonti che seguono gli andamenti dei costi delle energie.
Il calo rappresenta per gas il prezzo minimo più basso registrato da gennaio 2022.
Il prezzo del combustibile in Europa è sceso del 4% rispetto al mese di marzo e del 54% in confronto al pre-guerra, ma è ancora più alto del 241% sul pre-pandemia.
Riserve piene oltre la metà
Le ottimistiche prospettive per i consumatori europei poggiano, comunque, sui dati rincuoranti relativi agli stoccaggi: a fine inverno 2023, infatti, le riserve di gas in Europa sono piene oltre la metà (57%).
Una domanda debole a fronte di un’ampia offerta sta supportando uno scenario positivo.
Lo stoccaggio continua ad aumentare grazie alle spedizioni record di Gnl dagli Stati Uniti e conta su riserve piene per il 65% in Germania e per l’87% in Spagna, che ospita la maggior parte dei terminali Gnl in Europa.
Il contributo di industrie e famiglie
Secondo Trading Economics, la domanda di gas è rimasta contenuta grazie agli sforzi delle industrie e delle famiglie per ridurla.
A marzo, il consumo di gas naturale in Germania è diminuito del 15% rispetto alla media 2019-2021, con quello industriale in calo del 21%.
Cosa potrebbe succedere
Anche se per ora il peggio della crisi energetica è passato, i rischi restano per il prossimo inverno, con queste minacce: un’estate calda che potrebbe ridurre i livelli idroelettrici, un inverno freddo e un rimbalzo della domanda asiatica di Gnl.
Le importazioni di gas naturale liquefatto dalla Cina sono aumentate del 16,9% su base annua a marzo.
Minore offerta e maggiore domanda – anche per la crescita del dragone – potrebbero sconvolgere gli equilibri.
Per questi motivi, ai quali si aggiunge la riflessione che finora l’Europa non ha proprio rinunciato del tutto al combustibile russo, il prezzo del gas può ancor riservare sorprese.
Anche al rialzo”.