Il Sindaco di Matera alla manifestazione contro l’autonomia differenziata. Ecco la sua posizione

Il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, parteciperà oggi pomeriggio alla manifestazione “Autonomia differenziata? No Grazie – Mobilitiamoci”, organizzata dai sindacati confederali con un gruppo di partiti politici e il Movimento 5 Stelle.

Commenta Bennardi:

“Sull’autonomia differenziata la mia posizione, quella di un sindaco del Sud è chiara: nessuna nuova funzione potrà essere delegata alle Regioni, se prima non si siano definiti con le adeguate coperture, i Livelli essenziali delle prestazioni.

Dovrà, comunque, essere il Parlamento a definire le regole d’ingaggio con una legge quadro che tenga in massima considerazione le varie commissioni parlamentari coinvolte.

Il Paese ha bisogno di ripartire anche attraverso la spinta dei territori, in particolare dei Comuni, dove quotidianamente migliaia di sindaci e amministratori si confrontano con le difficoltà e le opportunità delle proprie comunità.

È nelle comunità locali che i comportamenti dei singoli si confrontano e si incontrano con le strategie elaborate a livello locale, regionale e nazionale rendendole più o meno efficaci.

L’intraprendenza, lo spirito solidaristico e di collaborazione istituzionale, la capacità di programmare e innovare, mostrati soprattutto durante gli anni più difficili della pandemia, rappresentano un patrimonio da mettere al centro di una rinnovata visione della Repubblica delle autonomie, in cui gli enti locali ed in particolare i comuni, giocano un ruolo decisivo ai fini del rilancio del sistema economico e della tenuta sociale delle comunità di riferimento.

I poteri pubblici devono assicurare a tutti, indipendentemente dall’età, dal reddito, dal genere, dall’orientamento sessuale, dalla condizione personale e sociale, dall’origine o dal luogo di residenza, l’accesso universale a un’assistenza sanitaria di qualità.

Per garantire il raggiungimento di questo fondamentale obiettivo, occorre perseguire alcuni decisivi indirizzi di riforma.

Innanzitutto, la revisione del Titolo V della Parte Seconda della Costituzione, con riguardo al riparto delle competenze tra Stato e Regioni, appare non più rinviabile, quantomeno allo scopo di riassegnare la salute alla competenza esclusiva dello Stato.

Occorre superare i divari territoriali nell’accesso a un’assistenza sanitaria e sociosanitaria di qualità per tutte le persone in condizioni di bisogno.

Inoltre, miriamo a potenziare e riqualificare il sistema di presa in carico globale e continua delle persone vulnerabili, non autosufficienti, anziane, con disturbi mentali e con disabilità.

Intendiamo restituire centralità e unitarietà al Sistema sanitario nazionale, e superare l’attuale frammentazione in cui versano i servizi sanitari regionali, intervenendo con una revisione costituzionale che riporti allo Stato, in via esclusiva, la competenza in materia di tutela della salute, con inserimento della clausola di supremazia (per le regioni con indici di esito globale dei servizi non in linea con la media nazionale), al fine di garantire la sostenibilità del sistema e una migliore equità nell’erogazione delle prestazioni.

Si risponde così ai princìpi di universalità, uguaglianza e globalità degli interventi, in osservanza e ottemperanza all’articolo 32 della Costituzione.

Abbiamo assistito a un frequente balletto di bozze del Ddl Calderoli.

Ma ha ragione Conte, quando dice che qui si tratta il tema dell’unità d’Italia come fosse un affare privato tra partiti di maggioranza“.