Riceviamo e pubblichiamo una nota dell’Associazione politica “Per Matera Capitale”:
“Che alcuni impianti sportivi, a Matera, facciano acqua da tutte le parti è una battuta infelice ma purtroppo altrettanto realistica, considerato quanto accaduto negli ultimi giorni.
Il Comune di Matera, infatti, ha disposto la chiusura del PalaLanera “Giannino Grieco” a causa di infiltrazioni di acqua dalla copertura che hanno provocato il cedimento e la caduta di alcune parti di contro-soffitto.
Sull’impianto sportivo, va detto, sono in corso da qualche giorno dei lavori di impermeabilizzazione ma l’episodio verificatosi ha richiesto la chiusura immediata, generando disagi per le società sportive di volley e basket che in quella struttura disputano campionati, anche nazionali, e svolgono gli allenamenti.
Manutenzione tardiva? Ciò che è certo è che le prime infiltrazioni risalgono a cinque anni fa, che i lavori sono stati annunciati e poi rinviati più volte e poi hanno preso il via a stagioni sportive in corso. La comunicazione tra i vari settori dell’ente non è mai stata agevole e men che mai coi cittadini, in questo caso utenti.
L’atteggiamento diffuso è quello di chi vive alla giornata, di chi non riesce a programmare i lavori perché non conosce le necessità dei singoli immobili comunali. Si fa sempre e solo finta di trovare soluzioni e così quella che dovrebbe essere una gestione che potrebbe garantire una manutenzione straordinaria, diventa una temporanea custodia che va avanti di rinnovo in rinnovo semestrale.
Quella che dovrebbe essere una manutenzione ordinaria a valle delle innumerevoli sollecitazioni da parte dell’utenza, quindi, oggi si trasforma in un intervento importante sulle coperture, tra l’altro durante il periodo delle piogge. La copertura del palazzetto in questione, inoltre, era stata completamente rifatta tra il 2017 e il 2018 ma già dall’anno successivo iniziarono a manifestarsi i primi cedimenti della guaina.
Riteniamo, pertanto, nell’ambito di una seria revisione della dotazione organica dell’amministrazione, che sia necessaria l’individuazione di un referente unico per gli immobili di proprietà comunale, una sorta di Factory & Energy Manager, che si occupi di pianificarne, col supporto di unità specifiche, la manutenzione periodica necessaria, evitando che la stessa da ordinaria – puntualmente – si trasformi in straordinaria.
In questo modo i tempi degli interventi si ridurrebbero e soprattutto risulterebbero più compatibili con le attività che si svolgono nei contenitori.
Un approccio ancor ancor più calibrato, a nostro avviso, subito dopo l’insediamento della prossima amministrazione, dovrebbe prevedere l’avvio di un’attenta ricognizione delle emergenze, partendo dai singoli contenitori per estendersi a tutti i quartieri, rilevando le criticità e ponendo le basi per la soluzione dei problemi.
Tale ricognizione potrà essere realizzata mediante il supporto di gruppi di tecnici locali (architetti, ingegneri, geometri, agronomi e psicologi), un gruppo per ogni quartiere, incaricati dall’ amministrazione comunale di predisporre i vari progetti di rigenerazione urbana.
Il compito di questi gruppi sarà quello di individuare le criticità relative al verde urbano, alle strade, agli impianti sportivi, ai centri sociali, alla sfera socio-assistenziali e dei bisogni della comunità e di predisporre le conseguenti progettazioni, che saranno candidate a finanziamenti regionali, nazionali e comunitari.
Si otterrebbe, così, una banca-progetti per la completa rigenerazione urbana e sociale dei quartieri, che potrebbe consentire di pianificare adeguatamente tutti gli interventi necessari, ribaltando il concetto che le periferie sono la parte marginale della città”.