“Il caro-energia costa 21,1 miliardi alle Pmi.
Interventi subito per evitare l’ecatombe”.
Questo quanto richiede Confartigianato che spiega in un comunicato la situazione italiana e per singola regione:
“A livello territoriale, sono nove le regioni in cui il boom dei costi dell’elettricità per le MPI supera il miliardo di euro.
I maggiori oneri, 4,3 miliardi, li hanno subiti gli imprenditori della Lombardia, seguiti da quelli del Veneto con 2,1 miliardi, dell’Emilia-Romagna (1,9 miliardi), del Lazio (1,7 miliardi), della Campania (1,6 miliardi), del Piemonte (1,6 miliardi), della Toscana (1,6 miliardi), della Sicilia (1,2 miliardi) e della Puglia (1,1 miliardi).
Le imprese della Basilicata hanno speso 160 milioni in più.
I settori più colpiti sono quelli di vetro, ceramica, cemento, carta, metallurgia, chimica, tessile, gomma e plastica e alimentare.
In Italia la velocità di crescita dei prezzi al consumo dell’energia elettrica è decisamente più elevata rispetto a quanto avviene nell’Unione europea: a luglio 2022, infatti, nel nostro Paese il prezzo dell’elettricità è cresciuto dell’85,3% rispetto dodici mesi prima, a fronte del +35,4% della media dell’Eurozona e, in particolare, del +18,1% della Germania e del +8,2% della Francia.
La situazione è insostenibile.
Tra le nostre aziende si moltiplicano i casi di lockdown energetico e molti imprenditori rischiano la chiusura.
Servono interventi immediati e altrettanto rapide riforme strutturali per riportare i prezzi dell’energia sotto controllo e scongiurare un’ecatombe di imprese e una crisi senza precedenti.
Secondo Confartigianato vanno subito confermate e potenziate le misure già attuate dall’Esecutivo:
- azzeramento degli oneri generali di sistema per luce e gas,
- proroga del credito d’imposta sui costi di elettricità e gas per le imprese non energivore e non gasivore.
- Inoltre va fissato un tetto europeo al prezzo del gas,
- va recuperato il gettito calcolato sugli extraprofitti, per non aggravare la situazione del bilancio pubblico,
- serve un gesto di responsabilità e solidarietà delle imprese energetiche a salvaguardia dell’intero sistema produttivo nazionale.
- Vanno anche sostenuti gli investimenti in energie rinnovabili e nella diversificazione delle fonti di approvvigionamento, in particolare per creare Comunità Energetiche e per incrementare l’autoproduzione”.
Tra gli interventi sollecitati, anche la riforma della tassazione dell’energia che oggi tocca il 51% della bolletta e che penalizza con maggiori oneri proprio le piccole imprese che consumano meno, in barba al principio ‘chi inquina paga’”.
Ecco una stima del maggiore costo dell’energia elettrica per PMI negli ultimi 12 mesi per regione.
Milioni di euro, var. ass. tra settembre 2021-agosto 2022 e 12 mesi prec., consumi fino a 2.000 MWh, scenario consolidamento prezzi luglio-agosto fino a fine anno – Elaborazione Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat, Enea, Eurostat, Gme.